Hostname: page-component-7479d7b7d-c9gpj Total loading time: 0 Render date: 2024-07-10T18:26:15.337Z Has data issue: false hasContentIssue false

DIFFERENZE TERRITORIALI E TIPI DI VOTO. LE CONSULTAZIONI DEL MAGGIO-GIUGNO 1985

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

Il referendum sulla scala mobile del 9–10 giugno 1985 è probabilmente destinato ad essere presto rimosso dalla memoria non solo della classe politica, ma anche dei singoli cittadini. Contingenze temporali e politiche hanno congiurato per smussarne rapidamente il rilievo. Il suo esito è stato interpretato unanimemente come una mera conferma delle elezioni del mese precedente, che peraltro hanno avuto ben maggiori riflessi sui rapporti tra i partiti. Sul piano del merito, la concomitante disdetta dell'accordo con i sindacati da parte della Confindustria ha ridefinito radicalmente i termini stessi delle questioni su cui il referendum era stato indetto.

Type
Ricerche
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 Galli, G., Il bipartitismo imperfetto , Bologna, Il Mulino, 1966, p. 132.Google Scholar

2 Mannheimer, R., Gli studi sul comportamento elettorale in Italia , in AA.VV., La scienza politica in Italia: materiali per un bilancio , Milano, Angeli, 1984, p. 269.Google Scholar

3 Capecchi, V., Cioni Polacchini, V., Galli, G., Sivini, G., Il comportamento elettorale in Italia , Bologna, Il Mulino, 1968.Google Scholar

4 Cfr. Stoianovich, T., La scuola storica francese, il paradigma delle «Annales», Milano, Isedi, 1978.Google Scholar

5 Braudel, F., Storia e scienze sociali, la «lunga durata» , in Scritti sulla storia , Milano, Mondadori, 1973, pp. 5792. Il tema è stato ripreso recentemente da Tullio-Altan, C., Antropologia, Milano, Feltrinelli, 1983, pp. 298–304.Google Scholar

6 Capecchi, V. et. al., op. cit. , p. 79.Google Scholar

7 Parisi, A., Pasquino, G., 20 giugno: struttura politica e comportamento elettorale , in Parisi, A., Pasquino, G. (a cura di), Continuità e mutamento elettorale in Italia , Bologna, Il Mulino, 1977, pp. 19 ss.Google Scholar

8 Sani, G., Le elezioni degli anni settanta: terremoto o evoluzione? , in Parisi, A., Pasquino, G., Continuità , cit., pp. 67102.Google Scholar

9 Parisi, A., Rossi, M., La relazione elettori-partiti: quale lezione? , in «il Mulino», XXVII (1978), pp. 503547; Urbani, G. (a cura di), 1978: elezioni con sorpresa, Torino, Quaderni di Biblioteca della Libertà, 1979; per le elezioni del 1979 cfr. Parisi, A. (a cura di), Mobilità senza movimento, Bologna, Il Mulino, 1980. Per un confronto tra elezioni ordinarie e referendum si veda Arculeo, A., Marradi, A., Elezioni e referenda negli anni settanta, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», XV (1985), pp. 99–141.Google Scholar

10 Si tratta del cosiddetto «modello di Goodman»: cfr. Goodman, L.A., Some Alternatives to Ecological Correlation , in «American Journal of Sociology», LXIV (1959), pp. 610625. In Italia è stato applicato per la prima volta in Mannheimer, R., Micheli, G., Il comportamento elettorale a Milano, in «Rassegna Italiana di Sociologia» XVII (1976), pp. 619–640. Attualmente viene utilizzato in particolare dai ricercatori che fanno capo all'Istituto Cattaneo, cfr. Barbagli, M. et al., Fluidità elettorale e classi sociali in Italia, Bologna, Il Mulino, 1979 e soprattutto Schadee, H.M.A., Corbetta, P., Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Bologna, Il Mulino, 1984.Google Scholar

11 Mannheimer, R., Gli studi , cit., p. 278 e Corbetta, P., Novità e incertezze nel voto del 3 giugno: analisi dei flussi elettorali, in Parisi, A., Mobilità, cit., pp. 41–78, a p. 42. A giudizio di chi scrive, le condizioni considerate indispensabili per un proficuo sondaggio sull'argomento, campione molto ampio, attento studio delle variabili rilevanti, ripetizione ad intervalli ravvicinati, sono impossibili da ottenere insieme. Alla luce dell'esperienza non è possibile condurre interviste accurate su un tema così delicato con un numero di soggetti molto ampio. Una soluzione che non ambisca alla «rappresentatività» dell'intero universo appare più praticabile, potendo articolarsi in accurati sondaggi di settori significativi dell'elettorato. Posizioni analoghe sono espresse in Pitrone, M.C., Il sondaggio, Milano, Angeli, 1984 e Boccuzzi, E., Parcellizzazioni e reificazioni nelle ricerche sociologiche, in «Rassegna Italiana di Sociologia», XXVI (1985), pp. 239–260.Google Scholar

12 Corbetta, P., Schadee, H.M.A., Le caratteristiche sociali e politiche dell'astensionismo elettorale in Italia , in «Il Politico», (1982), pp. 661686; Agosta, A., L'astensionismo elettorale in Italia: dimensioni e incidenza politica, in «Democrazia e Diritto» 5 (1982), pp. 73–85; Giovannini, P., Astensionismo elettorale e questione giovanile, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», XII (1982), pp. 457–477; Caciagli, M., Scaramozzino, P. (a cura di), Il voto di chi non vota, Milano, Comunità, 1983.Google Scholar

13 La differenziazione territoriale dal punto di vista degli orientamenti degli elettori era già stata rilevata nell'immediato dopoguerra. Cfr. Chabod, F., L'Italia contemporanea , Torino, Einaudi, 1961, pp. 144166 (il testo raccoglie le lezioni tenute alla Sorbona nel 1950); Compagna, F., Labirinto meridionale, Venezia, Neri Pozza, 1955. Tra i contributi successivi alla ricerca del Cattaneo, cfr. Marradi, A., Analisi del referendum sul divorzio, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», IV (1974), pp. 589–643; Bartolini, B., Insediamento sub-culturale e distribuzione dei suffragi in Italia, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VI (1976), pp. 481–514.Google Scholar

14 Capecchi, V. et al., op. cit. , pp. 89 ss.Google Scholar

15 Brusa, C., Geografia elettorale nell'Italia del dopoguerra , Milano, Unicopli, 1983, pp. 126127; Corbetta, P., Parisi, A., Struttura e tipologia delle elezioni in Italia: 1946–1983 , in Pasquino, G. (a cura di), Il sistema politico italiano, Bari, Laterza, 1985, pp. 33–73, p. 48.Google Scholar

16 Come è noto alla differenziazione politica tra zone rossa e bianca, e tra queste e il resto del paese, si è sovrapposta una differenziazione di tipo socioeconomico, di cui sono state rilevate le organiche connessioni con la prima, cfr. Bagnasco, A., Tre Italie , Bologna, Il Mulino, 1977 e Trigilia, C., Le subculture politiche territoriali, Milano, Quaderni della Fondazione Feltrinelli, 1980.Google Scholar

17 Pavsic, R., Esiste una tendenza all'omogeneizzazione territoriale nei partiti italiani? , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», XV (1985), pp. 6997.CrossRefGoogle Scholar

18 Per la suddivisione proposta dai ricercatori del Cattaneo cfr. Capecchi, et al., op. cit. , pp. 7589. Per quanto riguarda il Sud la ripartizione risale agli anni '50, cfr. Compagna, F., De Caprariis, V., Geografia delle elezioni italiane dal 1946 al 1953, Bologna, Il Mulino, 1954. Per alcuni usi recenti si veda Mannheimer, R., Un'analisi territoriale del calo comunista, in «il Mulino», XXVIII (1979), pp. 694–714 e Corbetta, P., Parisi, A., Struttura e tipologia, cit., p. 45. più convenzionale la procedura di Ghini (Il voto degli Italiani, Roma, Editori Riuniti, 1975, pp. 389–396), il quale associa al Sud l'Abruzzo e la Sardegna, ma non il Lazio. Per una critica circostanziata di queste suddivisioni si veda Arculeo, A., Marradi, A., Elezioni e referenda, cit., pp. 105–113.Google Scholar

19 Sull'astensionismo vedi n. 12. Sul voto di preferenza cfr. Amato, L., Il voto di preferenza in Italia , Milano, Giuffrè, 1964; Cazzola, F., Partiti, correnti e voto di preferenza , in Caciagli, M., Spreafico, A. (a cura di), Un sistema politico alla prova, Bologna, Il Mulino, 1975; Ancisi, A., La cattura del voto, Milano, Angeli, 1976; Scaramozzino, P., Un'analisi statistica del voto di preferenza in Italia, Milano, Giuffrè, 1979; Calise, M., Mannheimer, R., Governanti in Italia, Bologna, Il Mulino, 1982, pp. 78 ss.Google Scholar

20 Cfr. Allum, P., Potere e società a Napoli nel dopoguerra , Torino, Einaudi, 1975; Caciagli, M. et al., Democrazia Cristiana e potere nel Mezzogiorno, Firenze, Guaraldi, 1977; Graziano, L., Clientelismo e sistema politico, il caso dell'Italia, Milano, Angeli, 1980; Chubb, J., Patronage, Power and Politics in Southern Italy, Cambridge, Cambridge U.P., 1982.Google Scholar

21 D'altra parte il rapporto concetti-indicatori è sempre problematico e non è possibile stabilirlo una volta per tutte. Cruciale è appunto la conoscenza del contesto in cui l'indicatore viene utilizzato, cfr. Marradi, A., Concetti e metodi in scienza politica , Firenze, Giuntina, 1980, pp. 3242.Google Scholar

22 Parisi, A., Rossi, M., op. cit. , p. 516.Google Scholar

23 I dati sono desunti da D'Amico, R., Le Elezioni del 1983: il voto di preferenza , Bologna, Materiali di ricerca dell'Istituto Cattaneo, 1983, p. 14. Il tasso di preferenze è definito come il numero di preferenze espresse ogni 100 esprimibili.Google Scholar

24 I dati relativi al 1953 sono stati desunti da Scaramozzino, P., op. cit. , p. 11. Sono stati esclusi il collegio di Trieste, istituito dopo il 1953, e quello uninominale di Aosta.Google Scholar

25 Graziano ha messo in luce recentemente come in Italia la dimensione centro/periferia ricalchi in sostanza il cleavage Nord/Sud e come il clientelismo rivesta il ruolo di tessuto connettivo di questa polarità (Graziano, L., Rapporti tra centro e periferia e crisi italiana , in Graziano, L., Katzenstein, P.J., Tarrow, S.G. (a cura di), Centro e periferia nelle nazioni industriali, Roma, Officina, 1982, pp. 292–325.Google Scholar

26 L'eccentricità degli addetti ai lavori rispetto agli orientamenti delle masse è stata rilevata, sempre in tema di comportamento elettorale, da Parisi, A., Pasquino, G., 20 giugno, cit., alle pp. 1418.Google Scholar

27 Parisi, A., Pasquino, G., Relazioni partiti-elettori e tipi di voto , in Parisi, A., Pasquino, G., Continuità , cit., pp. 215249.Google Scholar

28 Ibidem , p. 227.Google Scholar

29 Cfr. Pasquino, G., Il Partito Comunista nel sistema politico italiano , in Pasquino, G., Il sistema politico , cit., pp. 156–57.Google Scholar

30 Mannheimer, R., Un'analisi territoriale , cit., pp. 699 ss.Google Scholar

31 Per una discussione dell'istituto del referendum in chiave comparata cfr. Uleri, P.V., Le forme di consultazione popolare nelle democrazie: una tipologia , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», XV (1985), pp. 205254.CrossRefGoogle Scholar

32 In considerazione dell'argomento, non era escluso che la Corte Costituzionale lo dichiarasse inammissibile, ricorrendo ad un'interpretazione estensiva della Costituzione, che esclude il ricorso al referendum in materia fiscale.Google Scholar

33 Cfr. Panebianco, A., L'ultimo referendum? , in «il Mulino», XXVII (1978), pp. 566573 e la bibliografia ivi citata.Google Scholar

34 Cfr. La Repubblica , 29 maggio 1985, p. 2.Google Scholar

35 Questo argomento è apparso più forte della possibile obiezione secondo cui il voto amministrativo è troppo condizionato dai contesti politici locali.Google Scholar

36 I dati, ancora provvisori, sono stati forniti dalla competente Direzione del Ministero dell'Interno, grazie alla consueta disponibilità del dott. Antonio Agosta.Google Scholar

37 Mannheimer, R., Gli studi , cit., p. 268.Google Scholar

38 Arculeo, A., Marradi, A., Elezioni e referenda , cit.Google Scholar

39 Marradi, A., Tecniche cartografiche e tecniche statistiche nello studio della dinamica elettorale , in «Quaderni dell'Osservatorio Elettorale», 2 (1978), spec. pp. 78.Google Scholar

40 Si tratta di un indice additivo, costituito dalla somma dei punteggi standardizzati di tre indicatori, rilevati per le diverse province: a) il reddito medio al 1981, calcolato come deviazione dalla media nazionale, fatta uguale a 100 (Fonte: Unioncamere, Il reddito prodotto nelle province italiane nel 1981, dattiloscritto, s.d.; b) il numero di contratti SIP per la categoria «affari» (imprese, uffici, negozi) ogni 1.000 abitanti, rielaborazione dell'autore sui dati SIP rilevati al 31-12-83; c) il numero di abbonamenti alla RAI per la TV a colori ogni 100 famiglie nel 1984: (fonte: Gli abbonati alle radiodiffusioni e alla televisione , Roma, ERI, 1984). Ciascuno di questi indicatori forniva risultati convergenti ma non coincidenti con gli altri (coefficienti di correlazione compresi fra + .77 e + .88). Sono stati riuniti in un indice perché considerati relativi a tre diversi aspetti dello stesso concetto generale. L'autore desidera ringraziare la Direzione Regionale SIP di Firenze e gli amici dell'IRPET che hanno permesso di accedere ai dati in loro possesso.Google Scholar

41 Sugli effetti degli outliers nel calcolo dei coefficienti di regressione e di correlazione cfr. Blalock, H.M., Statistica per la ricerca sociale , Bologna, Il Mulino, 1969, p. 467.Google Scholar

42 Parisi, A., Rossi, M., op. cit. , p. 510.Google Scholar

43 Il calcolo è stato effettuato sulla base dei dati pubblicati in D'Amico, R., op. cit. , p. 14.Google Scholar

44 Se province di collegi diversi covariano su TASSPREF e SWNONVOTO è lecito attendersi un andamento coerente anche all'interno dei collegi. Solo nel caso opposto il coefficiente risulterebbe inferiore a quello trovato.Google Scholar

45 Parisi, A., Pasquino, G., Relazioni partiti-elettori , cit., p. 226.Google Scholar

46 Hirschmann, A., Exit, Voice, and Loyalty , trad it. Lealtà, defezione e protesta , Milano, Bompiani, 1982. Di solito la triplice metafora di Hirschmann viene utilizzata per descrivere i rapporti tra un membro di un partito e il partito stesso e in particolare la parabola che l'elettore compie passando da un partito ad un altro; cfr. pp. 64–84.Google Scholar

47 La complementarità fra voto di scambio e astensionismo è stata tematizzata, in un contesto regionale e con riferimento alle elezioni politiche, in D'Amico, R., Una modalità negativa del voto di scambio: l'astensionismo in Sicilia , in «Quaderni dell'Osservatorio Elettorale», 9 (1982), pp. 143176, alle pp. 170–71.Google Scholar

48 Ho ripetuto la procedura descritta per le elezioni del 1983 attingendo ai dati pubblicati in Scaramozzino, P., op. cit. , p. 16.Google Scholar

49 L'importanza della bisettrice in questi casi è stata messa in luce da Marradi, A., Analisi del referendum sul divorzio , cit.Google Scholar

50 I dati sono desunti da Brusa, C., op. cit. , pp. 104105.Google Scholar

51 Il testo classico sulla fallacia ecologica è Robinson, W.S., Ecological Correlations and the Behavior of Individuals , in «American Sociological Review», XV (1950), pp. 351357; cfr. anche Langbein, L.I., Lichtman, A.J., Ecological Inference, London, Sage, 1978.Google Scholar

52 L'indice è stato costruito sottraendo la semisomma dei redditi medi delle province al 1971 e al 1977 dal reddito calcolato, con gli stessi criteri, per il 1981 (cfr. nota 40); fonti: per gli anni 1971 e 1977: Tagliacarne, G., Il reddito prodotto nelle province italiane nel 1977 , Milano, Angeli, 1979; per il 1981: Unioncamere, op. cit. Google Scholar

53 L'estrazione della radice quadrata diminuisce il campo di variazione per adeguarlo alla dimensione concettuale che si intende rilevare. Riguardo alla centralità, o capacità di attrazione, la differenza tra Milano e Bologna non è 10 volte quella che intercorre tra Trieste e Ancona, come emerge dal mero numero di abitanti. Con l'estrazione della radice, a questi quattro casi vengono attribuiti i seguenti punteggi: MI 40, BO 21, TS 16, AN 10. Anche con questa trasformazione, l'indice METROPOL è inapplicabile al Centro e al Sud, dove Roma e Napoli producono distribuzioni fortemente asimmetriche. Gli altri indici di tipo socioeconomico sono stati utilizzati invece in tutte le zone. Per non appesantire il testo di inutili tabelle sono state richiamate di volta in volta solo le relazioni più interessanti.Google Scholar

54 Il referendum verteva su un tema strettamente monetario e quindi si può ritenere che la ricerca di benefici «immediati e individuali» abbia indotto molti elettori di scambio a optare per il sì. Dato che l'eventuale successo della tesi abrogazionista avrebbe prodotto il beneficio solo per i lavoratori dipendenti, sarebbero necessari altri dati (come la percentuale di lavoratori dipendenti) e soprattutto altri livelli di aggregazione (es. sezioni elettorali socialmente omogenee) per esplorare questa ipotesi. L'aggregazione a livello provinciale impedisce qualsiasi approfondimento in questa direzione.Google Scholar