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I MILITANTI DELLE ORGANIZZAZIONI TERRORISTE DI SINISTRA IN ITALIA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Fra i fenomeni che caratterizzarono la storia italiana degli anni Settanta, il terrorismo è certamente quello piò drammaticamente presente nella memoria collettiva. Vari interrogativi vennero posti nel dibattito di quegli anni sulle cause di una violenza politica di tale intensità e durata. Le condizioni ambientali per il suo emergere vennero individuate ora nelle peculiarità della cultura politica, ora nella gravità che alcuni problemi sociali assunsero nel corso della lunga crisi economica. Alcune organizzazioni legali vennero accusate di avere offerto strutture o legittimazione alle formazioni clandestine. La percezione dell'estensione raggiunta dal fenomeno accrebbe il bisogno di capire le motivazioni che avevano spinto tanti individui, appartenenti ad una generazione socializzata alla politica in un regime democratico ormai consolidato, verso comportamenti di un tale livello di violenza.

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Ricerche
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References

1 Ci si riferisce in particolare ad analisi di storie di terroristi, contenute in: Billing, O., The Case of a German Terrorist , in «Terrorism: An International Journal », VIII (1984), pp. 110; Ivianski, Z., A Chapter in the Story of Individual Terror: Andrey Zhelyabol , in Freedman, L.Z., Alexander, Y. (a cura di), Perspectives on Terrorism, Wilmington, Scholarly Resources Inc., 1983, pp. 71-84; Knutson, J.N., Social and Psychological Pressures Toward a Negative Identity: the Case of an American Revolutionary Terrorist , in Alexander, Y., Gleamson, J.M. (a cura di), Behavioral and Quantitative Perspectives on Terrorism, New York, Pergamon Press, 1981, pp. 105-150; Livingstone, N.C., The War Against Terrorism, Lexington, Lexington Books, 1982: 31-56; Steinhoff, P.G., Portrait of a Terrorist: An Interview with Kozo Okamoto, in « Asian Journey », 1976, pp. 830-845.Google Scholar

2 Si veda della Porta, D., Leftwing Terrorism in Italy during the Seventies: the Formation of Terrorist Organizations, comunicazione presentata alla XIII conferenza internazionale dell'IPSA, Parigi, 1985; e della Porta, D., Struttura delle opportunità politiche, evoluzione dei movimenti collettivi e terrorismo di sinistra. Qualche riflessione sul caso italiano , in «Quaderni della Fondazione Feltrinelli», 1986, pp. 137157.Google Scholar

3 Questa categoria viene utilizzata in: Gardner, R. e Zald, M.N., Social Movement Sectors and Systemic Constraints: Towards a Structural Analysis of Social Movements , University of Michigan, CRSO Working Paper No.238, 1983.Google Scholar

4 Ci si riferisce ovviamente a Olson, M., The Logic of Collective Action , New York, Schocken, 1986. Per quanto riguarda una formulazione generale della teoria dello scambio, si rinvia a Homans, G., Social Behavior as Exchange, in « American Journal of Sociology», LXIII (1958), pp. 596-606. Nello studio dell'azione collettiva, molta attenzione è stata dedicata agli incentivi che le organizzazioni possono utilizzare per conquistare o mantenere la partecipazione degli individui. Per fare alcuni esempi, si vedano: Wilson, J.Q., Political Organizations, New York, Basic Books, 1973; Oberschall, A., Social Conflicts and Social Movements, Englewood Cliffs N.J., Prentice Hall, 1973; Oberschall, A., Loosely Structured Collective Conflict: A Theory and An Application, in «Research in Social Movements, Conflicts and Change», III (1980), pp. 45-68.Google Scholar

5 Questo punto è stato analizzato in Pizzorno, A., Scambio politico e identità collettive , in Crouch, C., Pizzorno, A. (a cura di), Conflitti in Europa , Milano, Etas libri, 1977, pp. 407433; e Hirschman, A.O., Shifting Involvments. Private Interest and Public Action, Princeton, Princeton University Press, 1982 (tr. it., Felicità privata e felicità pubblica, Bologna, Il Mulino, 1983).Google Scholar

6 Le interviste alle quali si farà qualche riferimento nel corso di questo articolo fanno parte di un più vasto progetto di ricerca sulla partecipazione individuale nelle organizzazioni clandestine di destra e di sinistra, ancora in corso di svolgimento presso l'Istituto di studi e ricerche Carlo Cattaneo.Google Scholar

7 Per diversi tipi di organizzazione, ciò è stato osservato, ad esempio, in Klandermans, B.G., New Social Movements and Resource Mobilization: the European and American Approach, comunicazione presentata al seminario internazionale su « Participation in Social Movements», Ithaca, N.Y., 1985; e Rochford, E., Recruitment Strategies, Ideology, and Organization in the Hare Krishna Movement , in « Social Problems », XXIX (1982), pp. 400410.Google Scholar

8 Per un'applicazione della teoria organizzativa alle organizzazioni politiche, si vedano: Anderson, L.F., Organizational Theory and the Study of State and Local Parties , in Crotty, W.J. (a cura di), Approaches to the Study of Party Organization , Boston, Alleyn and Bacon 1968, pp. 375403; Child, J., Organization, Structure, Environment and Performance. The Role of Strategic Choice, in « Sociology», 1972, pp. 1-22; Panebianco, A., Modelli di partito, Bologna, Il Mulino, 1982.Google Scholar

9 Fcc, , Statuto , cicl., 1978.Google Scholar

10 In di Torino, Tribunale, Requisitoria del Pubblico Ministero nel Procedimento penale n. 321/80 , dattiloscritto, 1980.Google Scholar

11 Per maggiori dettagli sulla struttura organizzativa delle Br, si rinvia a Caselli, G. e della Porta, D., La storia delle Brigate Rosse: strutture organizzative e strategie d'azione , in della Porta, D. (a cura di), Terrorismi in Italia , Bologna, Il Mulino, 1984.Google Scholar

12 Questa distinzione è precisata in Br, Alcune questioni per la discussione sull'organizzazione , cicl., 1972.Google Scholar

13 Ibidem. Google Scholar

14 Per un'analisi del modo in cui i repertori d'azione sono cambiati nelle diverse epoche storiche, si veda Tilly, C., From Mobilization to Revolution , Reading Mass., Addison Wesley, 1978. La compresenza di repertori diversi all'interno dello stesso ciclo di protesta, è stata illustrata, per esempio, in della Porta, D. e Tarrow, S., Unwanted Children: Political Violence and the Cycle of Protest in Italy, 1966-1973, comunicazione presentata alla ECPR Joint Session, Gothenburg, Svezia; ora in « European Journal of Political Research », 1986.Google Scholar

15 Su questo punto, rinvio a Tarrow, S., Struggling to Reform , Cornell University, Western societies, paper No. 15, 1983.Google Scholar

16 Cfr., ad esempio, Morris, A., «Black Southern Sit-in Movement: An Analysis of Internal Organization», American Sociological Review , XLV (1981): 744767.CrossRefGoogle Scholar

17 Per un'analisi più dettagliata di bersagli e tattiche delle organizzazioni clandestine, si rinvia a della Porta, D. e Rossi, M., I terrorismi in Italia tra il 1969 e il 1982 , in Pasquino, G. (a cura di), Il sistema politico italiano , Bari, Laterza, 1985, pp. 418456.Google Scholar

18 Questo concetto è illustrato in Snow, D.A., Rochford, F.B., Worden, S., Benford, R., Frame Alignment Processes, Micromobilization, and Movement Participation , comunicazione presentata al seminario internazionale su «Participation in Social Movements», Ithaca, N.Y., 1985.Google Scholar

19 Brigate rosse, Brigate Rosse , cicl., 1971.Google Scholar

20 Scrivevano le Br: «Lo stato assume in campo economico le funzioni di una grossa banca al servizio dei grandi gruppi imperialistici multinazionali. … Diventa espressione diretta dei grandi gruppi imperialistici multinazionali con polo nazionale. Lo stato diventa cioè funzione specifica dello sviluppo delle multinazionali, diventa stato imperialista delle multinazionali» (Br, Risoluzione della direzione strategica , 1975, in Soccorso rosso, Le B.R. , Milano, Feltrinelli, 1976, p. 270).Google Scholar

21 Cfr. Brigate rosse, Risoluzione della direzione strategica , cicl., 1979.Google Scholar

22 La nuova tesi brigatista del passaggio dalla « propaganda armata » alla « guerra civile dispiegata» nacque proprio dall'estendersi di quello che le Br definirono come « movimento proletario di resistenza offensivo », cioè della « area dei comportamenti di classe antagonistici suscitati dall'inasprimento della crisi economica e politica … l'area delle forze, dei gruppi, dei nuclei rivoluzionari che danno un contenuto militare alle loro iniziative di lotta anti-capitalista, antimperialista, antirevisionista e per il comunismo» (Brigate rosse, Risoluzione della direzione strategica , cicl., 1978, p. 44).Google Scholar

23 Il problema dell'evoluzione delle formazioni clandestine è affrontato in della Porta, D., Il terrorismo di sinistra in Italia , in preparazione.Google Scholar

24 Per una rassegna della letteratura sull'argomento, si veda Rogers, D.L., Bultena, G.L. e Barb, K.H., Voluntary Association Membership and Political Participation: An Exploration of the Mobilization Hypothesis , in « The Sociological Quarterly », XVI (1975), pp. 305318.CrossRefGoogle Scholar

25 Il riferimento più classico è Korhnauser, W., The Politics of Mass Society , Glencoe, Free Press, 1959.Google Scholar

26 Simili ipotesi sono state proposte nella letteratura sui movimenti collettivi, per esempio, in: Walsh, E.J. e Warland, R.H., Social Movement Involvement in the Wake of A Nuclear Accident: Activists and Free-Riders in Three Mile Island Area , in « American Journal of Sociology», XLVIII (1973), pp. 764781; Wood, M. e Hughes, M., The Moral Basis of Moral Reform: Status Discontent vs. Culture and Socialization as Explanations of the Anti-pornography Social Movement Adherence, in « American Sociological Review », IL (1984), pp. 86-99.Google Scholar

27 Per citare solo alcune delle ricerche sul ruolo delle reti di amicizia nel reclutamento in organizzazioni di movimenti collettivi, si vedano: Aveni, A.F., The Not-so-lonely Crowd: Friendship Groups in Collective Behavior , in « Sociometry », XL (1977), pp. 9699; Aveni, A.F., Organizational Linkages and Resource Mobilization: The Significance of Linkeage Strength and Breath, in « The Sociological Quarterly », XIX (1978), pp. 185-202; Gerlach, L.P. e Hine, V.H., People, Power, Change. Movements of Social Transformation, New York, Bobbs Merril, 1970; Pinard, M., A Riformulation of the Mass Society Model , in Pinard, M., The Rise of A Third Party. A Study in Crisis Politics, Englewood Cliffs, Prentice Hall, 1971, pp. 181-194; Rogers, D.L. e Bultena, G.L., Voluntary Association and Political Equality: An Extension of Mobilization Theory, in «Journal of Voluntary Action Research», IV (1975), pp. 172-183.CrossRefGoogle Scholar

28 Qualche suggerimento utile viene dalla letteratura sulle sette religiose, in cui al reclutamento si guarda in termini di conversione. Essa è stata descritta come un mutamento nell'universo del discorso, cioè nel « sistema di significati comuni o sociali che offrono un più ampio schema interpretativo al cui interno gli individui vivono e organizzano la loro esperienza » (Snow, A.D. e Machelek, R., The Convert as A Social Type , in Collins, R., a cura di, Sociological Theory , San Francisco, Jossey-Bass Publishers, 1984, p. 181). Sullo stesso tema, Lofland, J. e Stark, R., Becoming a World-saver: A Theory of Conversion to a Deviant Perspective, in «American Sociological Review», XXX (1985), pp. 362-374; Snow, D.A. e Phillips, C., The Lofland Stark Conversion Model: A Critical Reassessment, in «Social Problems», XXVII (1980), pp. 430-447.Google Scholar

29 Sul concetto di identità collettiva, si veda A. Pizzorno, loc. cit.; e Melucci, A., Multipolar Action System. Systemic Environment and Individual Involvements in Contemporary Movements , comunicazione presentata al seminario internazionale su «Participation in Social Movements», Ithaca, N.Y., 1985.Google Scholar

30 Il concetto di « cliques » è stato definito da Barnes, J.A., Network and Political Process , in Mitchell, J.C. (a cura di), Social Networks in Urban Situation , Manchester, Manchester University Press, 1969, pp. 5176. Per una rassegna sulle definizioni e l'uso del concetto di social network, si rinvia a Chiesi, A., L'analisi dei reticoli sociali: teoria e metodi, in «Rassegna italiana di sociologia», 1980, pp. 291-310; e Mitchell, J.C., The Concept and Use of Social Networks , in Mitchell, J.C. (a cura di), Social Networks in Urban Situation, Manchester, Manchester University Press, 1969, pp. 1-50.Google Scholar

31 Per quanto riguarda le società segrete in generale, si veda Erickson, B.H., Secret Societies and Social Structures , in « Social Forces», LX (1981), pp. 188210.CrossRefGoogle Scholar

32 Sul ruolo delle relazioni amicali nelle decisioni politiche, si veda Verba, S., The Primary Groups and Politics , in Verba, S. (a cura di), Small Groups and Political Behavior. A Study of Leadership , Princeton, Princeton University Press, 1961, pp. 1760; e anche, Coombs, G., Network and Exchange: the Role of Social Relations in a Small Voluntary Association, in «Journal of Anthropological Research», XXIX (1979), pp. 96-112.Google Scholar

33 Il fenomeno è stato affrontato in Smith, B.L., Lasswell, H.D. e Casey, R.D., Propaganda, Communication and Public Opinion. A Comprehensive Reference Guide , Chicago, University of Chicago Press, 1946. Più recentemente in McPhail, C., Civil Disorder Participation: A Critical Examination of Recent Research, in «American Sociological Review», XXXVI (1971), pp. 1058-1073; e McPhail, C., Civil Disorder Participation: A Critical Examination of Recent Research, in « American Sociological Review», XXXVI (1971), pp. 1058-1073; e McPhail, C. e Miller, D., The Assembling Process: A Theoretical and Empirical Examination, in « American Sociological Review », XXXVIII (1973), pp. 721-735.CrossRefGoogle Scholar

34 In di Torino, Tribunale, op.cit. , p. 69.Google Scholar

35 Cfr. Wallis, e Bruce, , op.cit. ; e Stark, e Bainbridge, , op.cit. Google Scholar

36 Cfr. Tilly, , op.cit.) e Snow, e Machalek, , op. cit. Google Scholar

37 Per esempio, Parkin, F., Middle Class Radicalism. The Social Bases of the British Campain for Nuclear Disarmament , Manchester, Manchester University Press, 1968, pp. 832.Google Scholar

38 Ventura, A., « Il problema delle origini del terrorismo di sinistra », in della Porta, D., op.cit. , pp. 75153.Google Scholar

39 Questo processo è stato descritto in Palombarini, G., Il 7 aprile. Il processo e la sua storia , Venezia, Arsenale, 1982.Google Scholar

40 Dai nostri dati quantitativi sui militanti delle organizzazioni clandestine emerge che il 78% delle adesioni fu successivo al 1976.Google Scholar

41 Per esempio, Kenniston, K., Young Radicals. Notes on Committed Youth , New York, Harcourt, Brace and World, 1968.Google Scholar

42 In Pizzorno, A., Intervento su terrorismo e quadro politico , in « Mondo operaio », 1978, n. 4, pp. 518.Google Scholar

43 Si rinvia su questo a della Porta, D., Il terrorismo di sinistra in Italia , in preparazione.Google Scholar