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REFERENDUM ABROGATIVO E CLASSE POLITICA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Il referendum abrogativo ha avuto scarsa fortuna da noi. Ciò era forse prevedibile fin dal momento in cui l'istituto fu inserito nella carta costituzionale. A raccogliere l'eredità degli entusiasmi ultrademocratici del primo dopoguerra, non eravamo rimasti che noi, o quasi, difatti. Oggi, comunque, questa scarsa fortuna dell'istituto È un fatto non contestabile: bastino a riprova questi pochi dati. La legge di attuazione dei referendum e dell'iniziativa popolare delle leggi è intervenuta soltanto nel 1970, a 22 anni, dunque, dall'entrata in vigore della costituzione. A tutt'oggi, a più di 4 anni dalla legge istitutiva, si è svolto un solo referendum, il 12 e 13 maggio di quest'anno; e per di più, dopo ben 3 anni dalla sua richiesta. Le altre iniziative che sono state tentate, sono tutte abortite, essendo stato impossibile raccogliere il mezzo milione di firme necessario per mettere in moto la macchina del referendum.

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References

Notes

1 Tutte queste iniziative sono state prese da gruppi che non dispongono di apparati idonei alla raccolta di mezzo milione di firme. L'iniziativa in tema di referendum sul divorzio è un caso a sé. Le altre sono di frange assolutamente minoritarie: quella sulla riforma della casa è stata presa dalle associazioni della proprietà edilizia di Roma e di Milano (≪ L'Europeo ≫, 10 febbraio 1972); quella sulla legge della regione Abruzzo, per altro chiaramente inammissibile in quanto non si tratta di una legge dello Stato, è stata promossa da alcuni impiegati statali, praticamente a titolo personale; quelle sul finanziamento pubblico dei partiti sono state rispettivamente intraprese da un gruppo monarchico e dai radicali, con l'appoggio di alcuni gruppi minoritari (≪ Il Globo ≫, 8 giugno 1974). Ad esclusione della prima iniziativa di abrogazione di varie disposizioni del codice penale, promossa, oltre che dai radicali, da vari appartenenti a gruppi della sinistra, tutte le altre iniziative sono dei radicali (v. Serie di referendum contro il regime, in ≪ La prova radicale ≫, II, agosto-settembre 1973, e, ora, Otto referendum contro il regime , Roma, Savelli, 1974). Non ha invece avuto seguito il proposito annunciato dalle società mutue assicurative di richiedere un referendum su alcune disposizioni della legge sulla RCA (≪ Il Giorno ≫, 24 marzo 1974).Google Scholar

2 Sui motivi che hanno indotto l'Assemblea costituente a scartare alcuni tipi di referendum e a circoscrivere l'istituto del referendum abrogativo, rinvio al mio Classe politica e referendum , in ≪ Biblioteca della libertà ≫, XI, gennaio-febbraio 1974, e alla bibliografia ivi citata.Google Scholar

3 Atti Camera , n. 148.Google Scholar

4 Sviluppo il discorso nel già citato Classe politica e referendum , p. 79 s.Google Scholar

5 Atti Camera , Seduta del 1° giugno 1948, p. 28.Google Scholar

6 Atti Camera , n. 349.Google Scholar

7 Sull'art. 35 del regolamento della Camera allora vigente v. Astraldi, R. e Cosentino, F., I nuovi regolamenti del parlamento italiano , Roma, Colombo, 1950, p. 133.Google Scholar

8 Atti Camera , Seduta del 21 febbraio 1951, p. 26352.Google Scholar

9 Atti Camera , Seduta del 21 febbraio 1951, p. 26362.Google Scholar

10 Atti Camera , Seduta del 28 febbraio 1951, p. 26591.Google Scholar

11 Atti Camera , Seduta del 28 febbraio 1951, p. 26602.Google Scholar

12 V. in proposito Grassi, G., Il referendum nel governo di gabinetto , Roma, 1913. Sul referendum nel diritto pubblico svizzero e negli altri ordinamenti v. De Marco, E., Contributo allo studio del referendum nel diritto pubblico italiano, Padova, Cedam, 1974 e, ivi, l'ampia bibliografia; da ultimo, Aiassa, P., Il referendum fondamento del sistema politico svizzero, in ≪ Concretezza ≫, XX, 16 febbraio 1974, p. 7 ss.Google Scholar

13 Nel frattempo, il 31 marzo 1950, il socialista Benedetti aveva presentato al Senato un disegno di legge volto all'attuazione dei referendum abrogativo e costituzionale (Atti Senato, n. 970). Lo scopo era quello di far sí che almeno il Senato cominciasse quell'esame che tardava nell'altro ramo del Parlamento, ma tutto si risolse poi nel suo abbinamento al testo trasmesso dalla Camera.Google Scholar

14 È del tutto naturale che l'opposizione recrimini su questo ostruzionismo. V. ad esempio la seguente dichiarazione dell'on. Luzzatto nella seduta pome-ridiana del 16 luglio 1952: ≪ Ma ecco, qualche emendamento doveva essere presentato: è stato presentato non perché il testo della legge lo richiedesse, ma al solo scopo di rimandare un'altra volta questa legge al Senato e ritardare l'attuazione dell'istituto costituzionale cui essa provvede a dar vita ≫; e ancora: ≪ Perché si insegue la perfezione? Si insegue la perfezione di ciò che non si vuol fare ≫ (Atti Camera, pp. 40218 e 40220).Google Scholar

15 Atti Camera , n. 2640.Google Scholar

16 Atti Senato , n. 2538.Google Scholar

17 Atti Camera , n. 677.Google Scholar

18 Atti Camera , n. 1259.Google Scholar

19 Atti Camera , p. 12201.Google Scholar

20 Atti Camera , p. 12212.Google Scholar

21 Lo stesso giorno Ton. Luzzatto ritira il suo progetto di legge, che aveva immediatamente ripresentato il 18 giugno 1958 dopo che era decaduto per la chiusura della II legislatura (Atti Camera, n. 22). Spetta al parlamentare socialista il primato della piú ferma opposizione alla proposta di legge Resta, dato che il suo scopo ≪ non era quello di dare attuazione all'istituto del referendum, ma di non darla, staccandone una parte per isolare il resto ≫. (Atti Camera, Seduta del 19 dicembre 1959, p. 12213).Google Scholar

22 Atti Camera , n. 1663.Google Scholar

23 Atti Camera , p. 35939 s.Google Scholar

24 Atti Camera , p. 35900.Google Scholar

25 Atti Camera , Seduta del 6 luglio 1967, p. 36289.Google Scholar

26 Atti Camera , Seduta del 27 giugno 1967, p. 36223.Google Scholar

27 Atti Camera , Seduta del 27 giugno 1967, p. 35973.Google Scholar

28 A dispetto della razionalizzazione fiduciaria, le crisi di governo sono addirittura piú frequenti ora che durante lo statuto albertino, ai tempi cioè dei deprecati assalti alla diligenza ministeriale. V. i dati che cito in proposito nel mio Instabilità di governo e staticità politica , in ≪ Biblioteca della libertà ≫, XI, (marzo-giugno 1974), p. 7.Google Scholar

29 Atti Camera , Seduta del 27 giugno 1967, p. 36011.Google Scholar

30 Atti Camera , Seduta del 6 luglio 1967, p. 36274.Google Scholar

31 Atti Senato , n. 166.Google Scholar

32 Atti Senato , Seduta ant. del 13 marzo 1969, p. 6111.Google Scholar

33 Atti Senato , Seduta ant. del 13 marzo 1969, p. 6061. V. pure l'Inchiesta sul referendum promossa dalla direzione PSI-PSDI unificati, in Stato moderno e riforma del parlamento, Roma, 1967: si sottolineano gli aspetti positivi dell'istituto (v. in particolare gli interventi di Vassalli e di Pizzorusso), ma da un lato (Predieri) si riconosce che esso non è una delle versioni piú recenti della partecipazione popolare, e dall'altro (Paolo Barile) si ammette che le limitazioni contemplate nel disegno di legge governativo ≪ si giustificano ampiamente per esigenze pratiche ≫.Google Scholar

34 Atti Senato , Seduta ant. del 20 marzo 1969, p. 6162.Google Scholar

35 Atti Senato , Seduta ant. del 20 marzo 1969, p. 6154.Google Scholar

36 Atti Senato , Seduta ant. del 20 marzo 1969, p. 6213.Google Scholar

37 Legge 25 maggio 1970, n. 352.Google Scholar

38 Il rapporto di 1 a 15, di cui parlo all'inizio, accredita la tesi espressa da Spadolini che l'approvazione della legge istitutiva del referendum è stata ≪ la commedia degli inganni ≫, in quanto tutto è stato fatto e detto nella convinzione che nessuno sarebbe riuscito a richiedere un referendum (v. l'intervento di Gabrio Lombardi nel quaderno collettaneo Divorzio e referendum , Bologna, Il Mulino, 1972, p. 134). A partire dal 1967 il dibattito parlamentare è di per sé eloquente. Analogo atteggiamento restrittivo è peraltro riscontrabile a livello regionale: cfr. Giaccardi, G., Il referendum nelle regioni a statuto ordinario, in ≪ Foro Amministrativo ≫ XLVII (1971), pp. 796 ss.; Caretti, P., Stato di attuazione degli statuti regionali in tema di iniziativa popolare e di referendum, in ≪ Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico ≫, XXII (1972), p. 1027 s.; Nania, R., Il referendum nella normativa regionale, relazione presentata al Seminario di studi e ricerche parlamentari nel luglio 1974, di imminente pubblicazione.Google Scholar

39 Ordinanza e sentenza sono riportate in ≪ Il Foro Italiano ≫, XCVI, (1971), I, coll. 265–270 (v. lí l'ampia bibliografia sul referendum). Sulla sentenza della Corte costituzionale v. Mezzanotte, C., Appunti sul contraddittorio nei giudizidinanzi alla Corte costituzionale, in ≪ Giurisprudenza costituzionale ≫, XVII, (1972), pp. 951–976.Google Scholar

40 Atti Camera , n. 3003.Google Scholar

41 Atti Camera , n. 3447.Google Scholar

42 Atti Camera , n. 3522.Google Scholar

43 V. pure la seduta di commissione del 27 ottobre 1971. Di queste iniziative, e in particolare della proposta di legge Scalfari, non solo si è contestata la legittimità costituzionale (Tosi, S., Divorzisti in errore , in ≪ La Nazione ≫, 21 luglio 1971), ma la stessa opportunità politica, anche da parte di settori certamente non sospettabili di essere contrari al divorzio: v. Prima del referendum, in ≪ Politica del diritto ≫, Il (1971), p. 425 ss. e Bassanini, M.C., Divorzio e referendum, in ≪ Relazioni sociali ≫, XI (1971), pp. 812–823.Google Scholar

44 Atti Senato , n. 2014.Google Scholar

45 Per altro l'eventuale legge che pur esplicitamente abrogasse una legge precedente, riprendendone però il contenuto essenziale al fine di impedire lo svolgimento del referendum, sarebbe viziata per sviamento di potere (Mazziotti, M., Presentazione a Problemi costituzionali relativi alla legge istitutiva del referendum , estratto da ≪ Studi parlamentari e di politica costituzionale ≫, IV (1971), p. 6). È stata poi avanzata la tesi che un'abrogazione parziale della legge da parte del Parlamento non arresterebbe il procedimento del referendum (Sorrentino, F., Effetti dell'abrogazione legislativa delle norme sottoposte a referendum, ≪ ibidem ≫).Google Scholar

46 Un cenno in Tosi, S., Perché si tarda a indire il referendum? , in ≪ La Nazione ≫, 26 febbraio 1972; v. pure Gonella, G., L'indizione del referendum, in ≪ La discussione ≫, 9 marzo 1972. Il decreto di indizione precede di un giorno quello di scioglimento delle Camere: v. i d.p.r. 27 febbraio 1972, n. 17 e 28 febbraio 1972, n. 19. I dubbi espressi sulla legittimità del primo decreto non sembrano fondati (v. l'intervista con Oronzo Reale, ≪ L'Europeo ≫, 15 marzo 1973). Perché è vero che esso ne fissa la data di svolgimento per l' 11 giugno, cioè 105 giorni dopo la sua indizione, ma non pare invocabile a sostegno della tesi dell'illegittimità il richiamo all'art. 15 della legge di attuazione del referendum. Esso inerisce infatti al referendum costituzionale e non anche al referendum abrogativo (la norma di chiusura dell'art. 40 è assai dubbio sia applicabile in proposito).Google Scholar

47 Si sono espressi a favore della tesi dello slittamento al 1974, fra gli altri: Pizzorusso, A., Prospettive del referendum dopo lo scioglimento delle Camere , in ≪ Studi parlamentari e di politica costituzionale ≫, IV (1971); Elia, L., Il referendum sul divorzio, in ≪ Il Giorno ≫, 27 settembre 1972, e Referendum nel '74: ecco le ragioni, in ≪ Il Giorno ≫, 30 settembre 1972; Barile, P. e Lavagna, C. nel dibattito sul ≪ Corriere della sera ≫, 29 settembre 1972; Branca, G., Perché il referendum al '74, in ≪ L'Astrolabio ≫, X, 30 no vembre 1972. In senso contrario, fra gli altri, Sandulli, A.M. (≪ L'Europeo ≫, 22 giugno 1972 e ≪ Corriere della sera ≫, 29 settembre 1972). Piú recenti contributi hanno comunque sottolineato che, delle due, l'una: o della legge istitutiva del referendum si dà una interpretazione adeguatrice o non rimane che invocare il giudizio della Corte costituzionale: v. Devoto, M., La data di indizione del referendum abrogativo, in ≪ Giurisprudenza costituzionale ≫, XVII, (1972), pp. 977–995 e D'Orazio, G., La data del referendum sulla legge del divorzio, in ≪ Diritto e Società ≫, I (1973), pp. 218–222. Sui termini della complessa questione v. infine Tosi, S., La data del referendum, in ≪ La Nazione ≫, 5 ottobre 1972.Google Scholar

48 V. ad esempio Si può evitare questo referendum? , in ≪ Sette Giorni ≫, VI, 8 ottobre 1972, con interventi dei deputati Ballardini, Baslini, Carettoni, Granelli e Spagnoli. Ancora sul finire del '73 e ai primi del '74 circolavano insistenti le voci di un accordo all'ultimo momento: v. ≪ Corriere della sera ≫, 23 dicembre 1973 e 11 gennaio 1974. V. pure Coletti, A., Il divorzio in Italia, Roma, Savelli, 19742, cap. X, nonché Bonetti, A. e Monducci, M., 12 maggio '74: cronaca di un referendum, Manduria, Lacaita, 1974. Dall'insuccesso di questi tentativi Giorgio Galli trae conferma dello stato cui si è ridotto il nostro sistema politico, ormai incapace di riuscire là dove non aveva mai fallito: nell'arte del compromesso (Referendum e sistema politico italiano, in ≪ Il Mulino ≫, XXIII (1974), p. 106).Google Scholar

49 Sul punto, Classe politica e referendum, cit. p. 76 s. e nota 9. Qualcosa del genere era stato già ventilato da Scoppola, P., Interrogativi sulla ≪ pace religiosa ≫ , in ≪ Il Mulino ≫, XX (1971), p. 1023.Google Scholar

50 V. le dichiarazioni dei vari leaders sulla stampa nazionale del 14 maggio. Sul voto del 12 e 13 maggio v. — oltre a Marradi, in questo stesso numero della rivista — Guadagnini, M. e Olagnero, M., Ipotesi di lettura dei risultati del referendum , in ≪ Biblioteca della libertà ≫, XI (1974), n. 49–50, e, ivi, il commento di O.M. Petracca, nonché Il referendum del 12 maggio 1974 in Toscana, a cura della Giunta regionale toscana, Firenze, giugno 1974. Sui vari aspetti della campagna referendaria v. Spadolini, G., Diario del referendum, in ≪ Nuova Antologia ≫, CIX, aprile 1974 (del quale si segnala pure Bilancio del referendum, ≪ ibidem ≫, CIX, maggio 1974).Google Scholar

51 ≪ Avanti! ≫, 24 marzo 1974.Google Scholar

52 ≪ L'Unità ≫, 4 giugno 1974, p. 7.Google Scholar

53 Sembra che l'argomento a giustificazione dell'inerzia sia stato il seguente: che l'iniziativa si sarebbe risolta in un fallimento dato il favore di tutti gli altri partiti al finanziamento pubblico.Google Scholar

54 Cfr. la nota 1.Google Scholar

55 V. già Bryce, J., Democrazie moderne , (trad. it.), Milano, Hoepli, 1931, p. 264 s.Google Scholar

56 V. i dati del sondaggio Doxa su ≪ La Stampa ≫, 12, 13 e 14 aprile 1974.Google Scholar

57 Lijphart, A., Typologies of Democratic Systems , in ≪ Comparative Political Studies ≫, I, (1968), p. 20. Mentre Apter lo usa nel contesto dei sistemi politici africani, Lijphart ripropone il termine per denotare i seguenti sistemi: austriaco, svizzero, belga, olandese (v. in proposito, dello stesso Autore, , The Politics of Accommodation. Pluralism and Democracy in the Netherlands, Berkeley and Los Angeles, University of California Press, 1968), lussemburghese, libanese, colombiano e uruguaiano (fino al marzo del 1967). Sui diversi ruoli delle opposizioni negli ordinamenti democratici v. da ultimo De Vergottini, G., Lo ≪ Shadow Cabinet ≫, Milano, Giuffrè, 1973, cap. VII.Google Scholar

58 L'antinomia tra ≪ compromesso storico ≫ e ≪ governo diretto ≫ è stata di recente sottolineata da La Pergola, A., Dibattito sulle istituzioni nella crisi italiana , in ≪ Gli Stati ≫, III (1974), n. 5, p. 35 s. Osserva poi Sandulli che la macchinosità della legge di attuazione del referendum, ≪ testimonianza dello scarso gradimento dell'istituto da parte della classe politica ≫, ≪ appare ordinata piuttosto a defraudare il popolo di questa forma di democrazia diretta, che a far giocare ad essa quel ruolo riequilibratore rispetto ai centri di potere delegato, che la costituzione, quasi presaga di certe deviazioni oligarchiche, intese assegnargli ≫ (La costituzione, 1974, in ≪ Nuova Antologia ≫, CIX, maggio 1974, p. 29). Piú che mai attuali sono le belle pagine dedicate da N. Matteucci a La grande coalizione, in ≪ Il Mulino ≫, XX (1971), pp. 3–24, di cui v. pure gli articoli pubblicati su ≪ Il Mondo ≫, ora raccolti in paper dal Mulino.Google Scholar

59 Sartori, G., Il referendum , in ≪ Corriere della Sera ≫, 9 dicembre 1970, e ora, piú estesamente, Tecniche decisionali e sistema dei comitati, in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, IV (1974), pp. 35–40.Google Scholar

*A lavoro ultimato è intervenuta, sulla legge che finanzia i partiti, un'altra richiesta di referendum (G. U. n. 243 del 18 settembre 1974), presentata da componenti di un comitato che raccoglie alcuni consiglieri nazionali e dirigenti provinciali del Partito Liberale. In un primo tempo la segreteria nazionale del partito ha ignorato ufficialmente la richiesta e ≪ un suo portavoce ha fatto osservare che il partito, pur ribadendo il suo giudizio negativo nei confronti della legge, lascerà liberi i suoi iscritti di sottoscrivere o meno la richieste di referendum ≫ (≪ Corriere della Sera ≫, 18 settembre 1974, p. 2). Successivamente, però, il segretario Bignardi ≪ ha indirizzato una lettera a tutti i dirigenti centrali e periferici del PLI invitandoli a mettersi in contatto con i promotori del referendum ed a collaborare ≫ (≪ Il Giornale nuovo ≫, 19 ottobre 1974, p. 2). Il rapporto tra richieste presentate e quelle semplicemente promosse è quindi oggi di 1 a 16.Google Scholar

Intanto da un'indagine DOXA si apprende che i favorevoli a nuove applicazioni del referendum sarebbero il 48,2% mentre i contrari appena la metà, il 21,2% (≪ Il Giornale nuovo ≫, 21 settembre 1974, p. 2).Google Scholar