Hostname: page-component-7479d7b7d-jwnkl Total loading time: 0 Render date: 2024-07-09T16:25:09.911Z Has data issue: false hasContentIssue false

IL CONCETTO DI ÉLITE*

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

Lo stato di una disciplina è riflesso dallo stato dei suoi concetti. Quindi un'analisi dei concetti fondamentali di una disciplina è un'analisi della disciplina stessa. Se questa affermazione è vera, la principale caratteristica della scienza politica è la confusione. Confusione nei significati, nei referenti e nella significatività dei suoi concetti fondamentali. A nostro parere conoscere le cause di questa confusione costituisce il primo passo verso la riduzione o l'eliminazione della confusione stessa. La logica contemporanea, la filosofia del linguaggio e la filosofia della scienza hanno rivolto grande attenzione al problema della formulazione e della chiarificazione dei concetti. In questo saggio quindi cercherò di utilizzare alcuni contributi di queste discipline nel tentativo di chiarire il concetto di élite.

Type
Saggi
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1. Questa è una delle ragioni per cui, all'interno dell'I.P.S.A. (International Political Science Association) è stato elaborato il progetto C.O.C.T.A. (Committee on Conceptual and Terminological Analysis). Come manifesto di questo comitato cfr. Sartori, G., The Tower of Babel, relazione fatta al Congresso I.P.S.A., Montreal, 1973.Google Scholar

2. Cfr. Wilson, J., Language and the Pursuit of Truth, Cambridge, Cambridge University Press, 1967, pp. 1825.Google Scholar

3. Tale situazione non caratterizza soltanto la scienza politica contemporanea. Cfr. ad esempio Lewis, G. Cornewall, Remarks on the Use and Abuse of Some Political Terms, Londra, Fellow, 1832. Questo testo è una illustrazione del tentativo di chiarire l'uso dei concetti politici nel XIX secolo, in un'epoca molto anteriore alla rivoluzione comportamentista.Google Scholar

4. Il problema del significato è fra i piú discussi dalla filosofia contemporanea. Di conseguenza, una presa di posizione ben definita su tale questione risulta alquanto arbitraria ed è sempre passibile di obiezione. Nella nostra discussione analizzeremo il significato come entità autonoma e distinta dal concetto. Questa distinzione non è altro che un espediente che ci consente di separare il problema della significatività del concetto da quello della sua estensione. Per una generale analisi introduttiva sul problema del significato, cfr. Parkinson, G.H.R. (a cura di), The Theory of Meaning, Oxford, Oxford University Press, 1968.Google Scholar

5. Questa distinzione è stata avanzata per la prima volta da Ogden, C. K. e Richards, I. A., The Meaning of Meaning, Londra, Routledge, 1923, p. 11.Google Scholar

6. Cfr. ad esempio Stern, Gustaf, Meaning and Change of Meaning, Bloomington, Indiana University Press, 1965, pp. 3033.Google Scholar

7. Per «verità» di un concetto si intende la possibilità di inserirlo in una proposizione «vera».Google Scholar

8. Questa teoria comunemente conosciuta come Testability Theory of Meaning si ricollega, nelle sue varie versioni, ad una certa tradizione positivista. Cfr. ad esempio Hempel, , Problems and Changes in the Empiricist Criterion of Meaning , in «Revue International de Philosophie», n. 60 (1950), pp. 61–63 e Carnap, R., Meaning and Necessity, Chicago, The University of Chicago Press, 1967; per una rassegna delle differenti tesi sull'essenza dei significati cfr. Ryle, G., The Theory of Meaning , in Black, M. (a cura di), The Importance of Language, Ithaca, Cornell University Press, 1962 e Russell, B., On Denoting, in «Mind» n. 10 (1905), pp. 679695.Google Scholar

9. Quine, W., Two Dogmas of Empiricism , in Quine, W., From a logical Point of View, New York, Harper, 1963, p. 21.Google Scholar

10. Questa teoria rappresenta una svolta rispetto alle tesi classiche del neo-positivismo logico e può essere considerata come uno dei maggiori contributi di W. Quine alla logica contemporanea ed alla filosofia del linguaggio. Cfr. soprattutto Quine, W., The Problem of Meaning in Linguistic e Notes on the Theory of Referents, entrambi in Quine, W., From a Logical Point of View, cit.Google Scholar

11. Quine, W., Word and Object, Cambridge, M.I.T. Press, 1960, pp. 195199.Google Scholar

12. Collinson, W. E., Comparative Synonimies , in «Transaction from the Philosophical Society» (1939), pp. 54–77 e Devoto, G., Sinonimia in Enciclopédia Italiana , vol. XXXI, p. 857.Google Scholar

13. Cfr. Ullman, S., Semantics: an Introduction to the Science of Meaning, Oxford, Blackwell, 1967, pp. 141156.Google Scholar

14. Questo è il punto di vista di G. Sartori esposto in Politics, Ideology and Belief Systems , in «A.P.S.R.», n. 2, giugno 1969, p. 399.Google Scholar

15. Ullman, S., Semantics, cit., p. 167.Google Scholar

16. Il piú noto tentativo di chiarire il significato di alcune di queste parole è quello di Aron, Classe Sociale, Classe Politique, Classe Dirigeante , in «European Journal of Sociology», 1, (2), (1960). Tuttavia, dopo un inizio promettente l'autore abbandona la discussione sui significati per analizzare la struttura sociale nelle società industriali.Google Scholar

17. Sereno, R., The Anti-Aristotelianism of Gaetano Mosca and its Fate , «Ethics», LVIII (1938) p. 515 e Hugart, E., Dictionnaire de la Langue Française du XVI siécle .Google Scholar

18. Bottomore, T. B., Elites and Society, New York, Basic Books, 1954.Google Scholar

19. Cfr. la chiara ed esauriente analisi di Giddens, A., The Class Structure of the Advanced Societies, New York, Harper and Row, 1973, pp. 99112.Google Scholar

20. É difficile spiegare in termini piú specifici l'influenza di questo attributo.Google Scholar

21. Questa distinzione è confermata anche dai titoli dei capitoli delle principali opere di Mosca; infatti egli utilizza esclusivamente il termine ‘classe politica’. Cfr. Mosca, G., Elementi di Scienza Politica, Torino, Bocca, 1896, cap. 2 e 4 della parte I e cap. 1 della parte II.Google Scholar

22. Aristotele, Politica , in Politica e Costituzione di Atene (a cura di Viana, C. A.), Torino, UTET, 1955.Google Scholar

23. Cfr. Hobhouse, L., Aristocracy , in Encyclopedia of the Social Sciences, New York, MacMillan, 1930.Google Scholar

24. Aristotele, op. cit .Google Scholar

25. Michels, R., La sociologia del partito politico, Bologna, Il Mulino, 1966.Google Scholar

26. y Gasset, J. Ortega, La ribellione delle masse, Roma, 1945, p. 125.Google Scholar

27. Cfr. l'interessante saggio di Pennati, E., Le élites politiche nelle teoriche minoritarie , in Le élites politiche, IV Congresso mondiale di Sociologia, Stresa, 1959.Google Scholar

28. Mosca, , Elementi di scienza politica, Bari, Laterza, 1953, p. 78.Google Scholar

29. Burnham, J., The Machiavellians, New York, Day, 1943, pp. 81107 e Meisel, K., The Myth of Ruling Class, Ann Arbor, Michigan University Press, 1958 e Piane, M. Delle, Gaetano Mosca, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1952, e Bobbio, N., introduzione a Mosca, G., La classe politica, Bari, Laterza, 1966 e Sereno, R., The Anti-Aristotelianism of G. Mosca, cit.Google Scholar

30. Mosca, G., Storia delle dottrine politiche, cit., p. 301.Google Scholar

31. Ostrogovsky, M., Democracy and the Organization of Political Parties, 2 vol., Londra, Macmillan, 1908 e Michels, op. cit .Google Scholar

32. La limitata estensione del concetto di élite sviluppato da Michels ha delle importanti implicazioni per la società nel suo complesso. Michels non accenna mai all'esistenza di un'elite che governa la società dal momento che, a suo giudizio, l'élite è un fenomeno che caratterizza esclusivamente le organizzazioni complesse. Cfr. Sartori, G., Democratic Theory, New York, Praeger, 1965, pp. 110124.Google Scholar

33. Cfr. l'esauriente saggio introduttivo di Linz, J., Il contributo di Michels alla sociologia politica, in Michels, op. cit., pp. VTI-LXIX e Cassinelli, C.W., The Law of Oligarchy , in «American Political Science Review», XLVII (1953), pp. 773784.Google Scholar

34. Cfr. l'introduzione di Lipset, S.M. all'opera di Michels, Political Parties, New York, Collier Books, 1962, pp. 1539.Google Scholar

35. Mills, C. Wright, The Power Elite, New York, Oxford University Press, 1956 e Bell, D., The Power Elite Reconsidered in «American Journal of Sociology», LXVIV (1958), pp. 238250.Google Scholar

36. Le ipotesi e le osservazioni formulate da Wright Mills sono discusse da Keller, S., in Beyond the Ruling Class, New York, Random House, 1968, pp. 108109.Google Scholar

37. Giddens, A., The Class Structure of Advanced Societies, cit. pp. 2333.Google Scholar

38. Marx, K. e Engels, F., The German Ideology, New York, International, 1969, p. 6075.Google Scholar

39. Cfr. Marx, K., The Civil War in France, opere scelte, New York, International, 1968. Il problema dello Stato interessa molti autori marxisti. Cfr. ad esempio Milliband, R., Capitalism and the State, New York, Basic Books, 1969, e Poulantzas, N., Pouvoir Politique et Classes Sociales de l'Etat Capitaliste, Paris, Maspero, 1970.Google Scholar

40. Cfr. Pareto, W., Manual of Political Economy, New York, Kelly, 1971, pp. 70101.Google Scholar

41. Pareto, W., Mind and Society, New York, Harcourt, 1935, vol. III, pp. 14141432 e Burnham, J., The Machiavellians, cit., p. 705–723.Google Scholar

42. Nel precisare le caratteristiche della concezione pluralista di élite bisogna affrontare il problema del significato della parola inglese ‘rule’. In inglese ‘rule’ è una parola ambigua. Infatti può essere riferita ai principi o regole generali della vita politica (le regole del gioco) oppure al diretto ed immediato atto di governo, (dominio). É evidente che la scelta di uno o dell'altro di questi significati è cruciale per determinare le caratteristiche della concezione pluralista di élite. Infatti se l'espressione «majority rule» viene intesa come diretto governo della maggioranza ciò esclude a priori la possibilità dell'esistenza di una élite minoritaria. Se invece «majority rule» viene interpretata come ‘principio di maggioranza’ (regola del gioco, è possibile l'esistenza di un élite, cioè di un gruppo che domini il sistema politico). L'accettazione del principio della rappresentanza e la teoria del governo rappresentativo, parte integrante delle concezioni pluraliste suggeriscono l'interpretazione di ‘rule’ come principio generale regola del gioco. Questo però lascia aperta la possibilità della esistenza di una o piú élites. Cfr., ad esempio, Sartori, G., Democratic Theory, cit. pp. 77–90 e Rae, D., Political Democracy as a Property of Political Institutions, in «American Political Science Review», LXV, (1971), pp. 111119.Google Scholar

43. Dahl, R., Who Governs?, New Haven, Yale University Press, 1961, pp. 228.Google Scholar

44. Contributi particolarmente interessanti al dibattito sono Bachrach, P. e Baratz, M., Two Faces of Power , in «American Political Science Review», LVI, (1962), n. 4; Walker, J., A critique of the Elitist Theory of Democracy , e Dahl, R., Further Reflections on the «Elitist Theory of Democracy» entrambi in «American Political Science Review», LX (1966), pp. 285306.Google Scholar

45. Per un esame analogo dei componenti del concetto di partito politico cfr. Riggs, F., Parties and the Legislatures: Some Definitional Exercises, relazione presentata al COCTA, Convegno I.P.S.A., Montreal, 1973.Google Scholar

46. Wittgenstein, L., Philosophical Investigations, New York, McMillan, 1970, pp. 3243.Google Scholar

47. Quine, W., Word and Object, cit., p. 126.Google Scholar

48. Per una piú approfondita discussione sui concetti «a trama larga» cfr. Harrison, B., Meaning and Structure, cit., pp. 129–152; Weisman, F., Verifiability, in Flew, A. G. (a cura di), Essay on Logic and Language , e Hart, L., The Concept of Law, cit., p. 128.Google Scholar

49. Scattschneider, citato in Riggs, F., Parties and Legislatures, cit., p. 3.Google Scholar

50. Epstein citato in Riggs, F., Parties and Legislatures, cit., p. 36.Google Scholar

51. Wittgenstein, L., Philosophical Investigations, cit., p. 36.Google Scholar

52. Per le implicazioni logiche dell'uso dei concetti di questo genere e per una loro valutazione cfr. Hempel, C. G., fundamentals of Concept Formation , in International Encyclopedia of Utufied Sciences, II, p. 7, Chicago, Chicago University Press, 1952.Google Scholar

53. Queste caratteristiche si desumono da alcune delle piú diffuse analisi sulla natura del potere. Cfr. ad esempio, Dahl, R., Power , in The International Encyclopedia of the Social Sciences, London, McMillan, 1968, e Nagel, J., A Descriptive Analysis of Power, New Haven, Yale University Press, 1975.Google Scholar

54. Questo è confermato, ad esempio, in Palombara, J. La, Le manchevolezze concettuali ed operative del modello della politica , in Le Elites politiche, cit., p. 75.Google Scholar

55. Cfr. Sartori, G., Interconnected Informations in the Social Sciences, saggio non pubblicato, Firenze, 1975.Google Scholar

56. Cfr. Lipset, S., Coleman, J. e Trow, M., Union Democracy, Glencoe, Free Press, 1966.Google Scholar