Hostname: page-component-78c5997874-4rdpn Total loading time: 0 Render date: 2024-11-17T03:25:31.203Z Has data issue: false hasContentIssue false

INTERPRETAZIONI E IPOTESI SUL SISTEMA DEI PARTITI DEL PARLAMENTO EUROPEO

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

La politica internazionale non ha ancora conosciuto strutture partitiche transnazionali unitarie; non è mai accaduto che partiti di sistemi politici e statuali diversi partecipassero a una stessa campagna elettorale per inviare propri uomini a un'assemblea parlamentare sovranazionale; non sono mai esistiti partiti con strutture (quadri e base) transnazionali né partiti con programmi da attuare a livello sovranazionale. Con l'elezione a suffragio diretto del Parlamento Europeo e con la costituzione di federazioni partitiche a livello comunitario ci troviamo per la prima volta di fronte a partiti che sono strumenti di lotta e forme di cooperazione a livello internazionale nell'ambito di un sistema di stati in via di integrazione, quindi strettamente interdipendenti, ma certo ancora indipendenti. Si avvia cosí un processo — certo lungo e complesso — al termine del quale la politica comunitaria si trasformerà da politica intergovernativa in politica partitica. A partire dalla prossima campagna elettorale per il Parlamento Europeo, infatti, la politica comunitaria sarà caratterizzata anche a livello globale dalla lotta politica tra organizzazioni partitiche. I partiti europei si svilupperanno, a loro volta, attorno alle istituzioni comunitarie articolando domande e proponendo soluzioni riguardo a problemi comunitari generali e a problemi settoriali, parziali o specifici. Come i partiti nazionali, quelli europei influenzeranno i dibattiti e i processi di autorità e di decisione e, in genere, mireranno ad indirizzare tutti gli eventi comunitari nelle direzioni da essi preferite; passerà del tempo, ma certo quanto piú i partiti europei diventeranno organizzazioni stabili e permanenti, tanto piú si interesseranno di tutti i problemi comunitari e svilupperanno attitudini capaci di dare soluzioni secondo prospettive di carattere comunitario. Nello stesso tempo si innesterà un processo parallelo: la Comunità si proporrà come nuova entita di riferimento e di fedeltà esclusiva con una giurisdizione territoriale piú ampia di quell a conosciuta dai soggetti degli stati membri e con una sfera di autonomia in espansione.

Type
Note
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 Nella letteratura di scienza politica internazionale, infatti, non esistono riferimenti in proposito con l'eccezione Modelski, di G., World Parties and World Order , in Falk, R.A. e Black, C.E. (a cura di), The Future of the International Legal Order, Princeton, Princeton University Press, 1969, vol. I, Trends and Patterns, pp. 183–225. Si tratta, però, di un saggio speculativo e senza riferimenti soddisfacenti alle «Internazionali» partitiche, dalle quali si potrebbe pure avviare un discorso sui partiti nella politica internazionale.Google Scholar

2 Della ormai ampia letteratura sui sistemi partitici qui si segnalano soltanto: Sartori, G., Parties and Party Systems. A Framework for Analysis, Cambridge, Cambridge University Press, 1976; Lijphart, A., Typologies of Democratic Systems, in «Comparative Political Studies», I (1968), pp. 3–44; Eckstein, H., Political Parties: Party Systems, in International Encyclopedia of the Social Sciences, New York, Macmillan - Free Press, 1968, vol. XII, pp. 436453; Lapalombara, J. e Weiner, M. (a cura di), Political Parties and Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1966.Google Scholar

3 Sulla validità metodologica dell'uso di questa dimensione, da molti e da molto dibattuta, si rinvia a Sani, G. e Sartori, G., Polarization, Fragmentation and Competition in Western Democracies, relazione all'International Sociological Association World Congress (Uppsala, agosto 1978), di prossima pubblicazione in versione italiana su questa rivista.Google Scholar

4 Per sistema partitico si intende «il sistema delle interazioni prodotte dalla competizione interpartitica», cosí Sartori, , op. cit. , p. 44.Google Scholar

5 Sul significato di partito «rilevante», vedi Sartori, G., op. cit. , pp. 122123.Google Scholar

6 Per il quale rimandiamo a Papisca, A., I Partiti Politici Europei, ovvero: il «Fronte dell'Europa», in «Il Mulino», n. 254, 1977, pp. 805844.Google Scholar

7 Papisca, Cosí, ivi, p. 822.Google Scholar

8 L'ammissione di Grecia, Spagna e Portogallo nella Comunità Europea avrà effetti rilevanti sul sistema dei partiti del Parlamento Europeo; sull'esame di questi effetti dovremo in futuro ritornare.Google Scholar

9 In Italia un'alleanza elettorale tra le formazioni della sinistra proletaria darebbe con ogni probabilità a queste un seggio nel Parlamento Europeo.Google Scholar

10 Vedi Papisca, , op. cit. , p. 818819 e nota 19. I suoi dati sono aggiornati all'ottobre 1977.Google Scholar

11 Rattinger, H. e Zängle, M., Distribution of Seats in the European Parliament after Direct Elections: A Simulation Study , in «European Journal of Political Research», V (1977), 3, pp. 201218.Google Scholar

12 Sartori parla in questo caso di «pluralismo moderato» e cosí ne definisce i caratteri principali: 1. una distanza ideologica relativamente piccola tra i partiti rilevanti; 2. una configurazione a coalizioni bipolari; 3. una competizione centripeta». Op. cit. , p. 179.Google Scholar

13 Sull'origine e i problemi delle federazioni dei partiti europei vedi anche Steed, M., Integrazione Europea dei Partiti Nazionali , in «Biblioteca della Libertà», n. 64, 1977, pp. 5778.Google Scholar

14 Su questo aspetto rinvio a Papisca, A., L'elezione Europea: Nuovi Attori e Domanda Politica, relazione al convegno «Partiti e governi di fronte all'integrazione europea» del Movimento per l'Integrazione Universitaria Europea (Capri, aprile 1978); di prossima pubblicazione.Google Scholar

15 Per l'uso di questi termini cfr. Macrae, K. D. (a cura di), Consociational Democracy: Political Accomodation in Segmented Societies, Toronto, McClelland & Stuart, 1974.CrossRefGoogle Scholar

16 Lijphart, L., The Politics of Accomodation: Pluralism and Democracy in the Netherlands, Berkeley, University of California Press, 1968.Google Scholar

17 Sull'alternativa tra spazio multidimensionale e spazio unidimensionale cfr. Sartori, , op. cit. , pp. 334342.Google Scholar

18 Wolinetz, S. B., Stabilità e Mutamento nei Sistemi Partitici dell'Europa Occidentale , in «Rivista Italiana di Scienza Politica», VIII (1978), 1, pp. 355.Google Scholar

19 Per questa prospettiva cfr. Rose, R. e Urwin, D., Social Cohesion, Political Parties and Strains in Regimes , in «Comparative Political Studies», II (1969), pp. 767.CrossRefGoogle Scholar

20 Cfr. Lijphart, , Typologies, cit., pp. 22–30, ma vedi anche le critiche espresse da Daalder ai modelli consociativi in Daalder, H., The Consociational Democracy Theme, in «World Politics», XXVI (1974), pp. 604621.Google Scholar