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LA SCIENZA POLITICA NELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Dopo un primo periodo di avvio incerto e pieno di ostacoli di varia natura, da una decina d'anni a questa parte la scienza politica — tanto come disciplina di insegnamento universitario, quanto come settore specialistico di studi — ha conosciuto nella Repubblica federale tedesca (e a Berlino Ovest) una improvvisa e rigogliosa espansione. La crescita quantitativa in istituti, cattedre, numero di studenti, pubblicazioni e produzione scientifica è stata in quest'ultimo periodo a dir poco imponente. Nel 1974 è stato possibile constatare, da parte di chi ne è direttamente interessato, che « la scienza politica in Germania è, sulla base del numero dei posti di insegnamento, la piú sviluppata in Europa ». C'è parso questo uno dei motivi piú validi per redigere questa rassegna e render conto di una situazione che può essere di un qualche interesse per chi si occupa nel nostro paese di studi politologici e della loro organizzazione.

Summary

Summary

In the last decade, West German political science has experienced such a sudden and vigorous expansion that it is today quantitatively the most developed in Europe. Introduced into the universities of the new German State by the will of the occupying powers which thought of it as an instrument for the re-education of the German people and its new generations to democracy, political science fought a long struggle to find its identity and to establish itself as an academic discipline.

The main steps in the expansion of the discipline are due to political events: the preoccupation for the rise of anti-semitism in 1960 and, above all, the Student Movement and the swift politicization of the youth in the late sixties, prodded the authorities to multiply the courses and to strengthen the academic structures.

This review article presents data referring to number of Institutes and chairs, teachers, association membership, students and graduates, and analyzes publications, textbooks and recent journals. Moreover, it assesses the academic status of the discipline, types of degrees, preferred career patterns and professional outlets. Finally, it deals with the relationship between the university and the high school system where most political science graduates find their professional placement.

Type
Rassegne
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

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References

1. von Beyme, K., Bibliographical Essay on the State of Research in Political Science in the Federal Republic of Germany , in «German Political Studies», I (1974), p. 268. Von Beyme, già presidente dell'Associazione tedesca di scienza politica dal 1973 al 1975, è stato uno degli studiosi che piú si è occupato dei problemi dell'organizzazione e dei risultati dell'insegnamento e della ricerca politologica nella RFT. Vorremmo ricordare, per inciso, che, nella sua vasta e varia produzione scientifica, von Beyme è uno dei pochissimi politologi tedeschi che si è interessato del nostro sistema politico (v. il suo Das politische System Italiens, Stuttgart, Kohlhammer, 1970). Da parte nostra, dobbiamo ringraziarlo per aver avuto la pazienza di leggere una prima stesura di questo lavoro e di averci aiutato a correggerla. Oltre a von Beyme e alle persone che ricordiamo nella nota successiva, esprimiamo la nostra gratitudine a Wolf-Dieter Narr e Niels Kadritzke (Berlino Ovest) e Udo von Alemann (Bonn) per averci fornito, in occasioni diverse, utili indicazioni e aver confrontato con noi il loro punto di vista.Google Scholar

2. Nel raccogliere il materiale per questa prima parte, abbiamo potuto usufruire, fra l'altro, dei dati e dei documenti disponibili presso la sede dell'Associazione tedesca di scienza politica, durante un nostro soggiorno ad Amburgo nel 1973. Ringraziamo quindi Winfried Steffani (allora presidente), Udo Bermbach (allora vicepresidente e attuale presidente) e Uwe Thaysen (docente anche lui del seminario di Amburgo) per averci facilitato, fra l'altro, l'accesso agli archivi dell'Associazione. Un grazie del tutto particolare dobbiamo rivolgere infine alla segretaria dell'Associazione, Barbara Sindermann, che ci aiutò nel reperimento e nello spoglio del materiale e che ha continuato a fornircene aggiornato in questi anni.Google Scholar

3. Un giudizio in tal senso, a distanza di anni ancora valido, e l'analisi dei vari termini si possono leggere in Schwarz, H. P., Probleme der Kooperation von Politikwissenschaft und Soziologie in Westdeutschland , in Oberndörfer, D. (a cura di), Wissenschaftliche Politik. Eine Einführung in Grundfragen ihrer Tradition und Theorie, Freiburg i.B., Rombach, 1962, p. 297, nota 1.Google Scholar

4. Valgano per tutte le osservazioni contenute in Naßmacher, K.-H., Politikwissenschaft I. Politische Systeme und Politische Soziologie, Düsseldorf, Werner, 1970, pp. 12.Google Scholar

5. La stessa associazione, di cui parleremo diffusamente piú avanti, cambiò nel 1958 la sua denominazione da Vereinigung für die Wissenschaft von der Politik , in Vereinigung für Politische Wissenschaft. Google Scholar

6. Cosí un altro studioso che passa in rassegna i vari termini. Cfr. Bracher, K. D., Politik und Politische Wissenschaft , in Das deutsche Dilemma. Leidenswege der politischen Emanzipation, München, Piper, 1971, p. 317.Google Scholar

7. Sulla necessità di adottare il «giusto» termine Politikologie ha insistito, richiamandosi a Georges Burdeau, uno studioso di lingua tedesca, sia pur estraneo al mondo accademico della RFT, l'austriaco Wilhelm Sacher. Secondo Sacher il termine renderebbe meglio l'essenza e le funzioni di una scienza politica come lui la concepisce, cioè una dottrina per la guida dello Stato, una scienza dell'arte di governo. Cfr. Sacher, W., Die Eigenständigkeit der Politikwissenschaft als Staatsführungslehre (Politikologie). Eine staatswissenschaftliche Untersuchung, Linz, Oberösterreicher Landesverlag, 1965. Forse è il caso di ricordare che Politicologie è il termine ormai in uso in Olanda.Google Scholar

8. Cfr. Die politischen Wissenschaften an den deutschen Universitäten und Hochschulen. Gesamtprotokoll der Konferenz von Waldleiningen von 10–11 September 1949 , a cura dello Hessisches Ministerium für Erziehung und Volksbildung, Frankfurt a.M., Neue Presse, s.d. Google Scholar

9. Kogon, E., Die Lage der Politischen Wissenschaft in der Bundesrepublik Deutschland , in Probleme der Demokratie heute, numero speciale della «Politische Vierteljahresschrift», XI (1970), p. VII. Sulla conferenza del 1950 si veda Über Lehre und Forschung der Wissenschaft von der Politik. Gesamtprotokoll der Konferenz von Königstein im Taunus vom 15. bis 16. Juli 1950, a cura dello Hessisches Ministerium für Erziehung und Volksbildung, Frankfurt a.M., Neue Presse, 1951.Google Scholar

10. È quanto si può leggere in una indagine di quei primi anni: cfr. Olzog, G., Das Studium der Politischen Wissenschaft in In- und Ausland, München, Isar Verlag, 1953, pp. 2943. Quali altre rassegne contemporanee si vedano: Meyer, E. W., Political Science and Economics in Western Germany. A Postwar Survey, Washington, Library of Congress, 1950; e Gurland, A. R. L., Political Science in Western Germany, Thoughts and Writings, 1950–52, Washington, Library of Congress, 1952. Accenni alla situazione tedesca degli anni cinquanta si trovano anche in Barents, J., Political Science in Western Europe. A Trend Report, London, Stevens & Sons, 1961. Il testo piú ricco di informazioni sugli sviluppi e sui problemi dei primi dieci-dodici anni rimane Maier, H., Zur Lage der politischen Wissenschaft nach dem Zweiten Weltkrieg, in «Vierteljahreshefte für Zeitgeschichte», X (1962), pp. 225–249, ora in Maier, H., Politische Wissenschaft in Deutschland. Aufsätze zur Lehrtradition und Bildungspraxis, München, Piper, 19692 .Google Scholar

11. Abbiamo ricavato buona parte di queste e delle successive notizie sull'istituto berlinese dall'opuscolo commemorativo Otto-Suhr Institut an der Freien Universität Berlin, vormals Deutsche Hochschule für Politik. Geschichte, Forschung und Lehre, Politische Bildungsarbeit, Berlin Zehlendorf, Reiter, 1962. Si veda anche Jäck, E. e Suhr, O., Geschichte der Deutschen Hochschule für Politik, Berlin, Weiss, 1952.Google Scholar

12. Fra i docenti piú noti della DHfP ricordiamo, oltre a Ernst Jäck che ne fu ultimo presidente, Friedrich Meinecke, Rudolf Hilferding, Theodor Heuss, Friedrich Naumann.Google Scholar

13. Otto Suhr era nel 1949 Presidente dell'Assemblea comunale; dal 1950 al 1955 sarà Presidente della Camera dei deputati della città di Berlino; dal 1955 al 1957, anno della morte, Regierende Bürgermeister, immediato predecessore di Willy Brandt. Nel 1955 lascerà la direzione della Hochschule a Otto von der Gablentz.Google Scholar

14. Sulle prime attività e l'ispirazione dell'istituto di Monaco si può vedere il resoconto del suo primo convegno, Politische Wissenschaften. Referate, Diskussionsbeiträge und Vorträge der ersten Tagung der Hochschule für politische Wissenschaften, München vom 10. bis 12. Juli 1952, München, Isar Verlag, 1952.Google Scholar

15. Kastendieck, H., Desintegratton einer Integrationswissenschaft. Konstituierung und Wandel der westdeutschen Politologie , in Blanke, B., Jürgens, U., Kastendieck, H., Kritik der Politischen Wissenschaft, Frankfurt a.M./New York, Campus, 1975, p. 62. Questa del Kastendieck, su cui avremo occasione di ritornare, è la piú recente e completa analisi critica dell'evoluzione della scienza politica nella RFT. Uscita quando la nostra raccolta di materiale era pressoché terminata, essa ci ha permesso il controllo e la messa a punto del nostro impianto di ricostruzione (specialmente per la seconda parte di questo lavoro) e il confronto delle conclusioni a cui eravamo arrivati. L'impostazione generale del Kastendieck, molto interna al dibattito attuale e forse troppo rigida in alcuni schemi interpretativi, non sempre è accettabile, ma è per molti aspetti molto illuminante.Google Scholar

16. Per il 1957 e il 1962 abbiamo ricostruito le cifre riportate nella tabella da Maier, H., Zur Lage der politischen Wissenschaft nach dem Zweiten Weltkrieg, cit.; per il 1960 da Lepsius, R., Denkschrift zur Lage der Soziologie und der Politischen Wissenschaft, Wiesbaden, Steiner, 1961; per il 1964 da un'indagine della rivista «Der Politologe», Lehrstühle für Politologie in der Bundesrepublik, V (1964), pp. 28–32; per il 1967 da Wildenmann, R., Politologie in Deutschland, in «Der Politologe», VIII (1967), pp. 13–23 e da Grosser, D., Entwicklungstendenzen in der deutschen politischen Wissenschaft, in «Annuaire suisse de science politique», VIII (1968), pp. 31–44; e per il 1969 da Kogon, E., Die Lage der Politischen Wissenschaft in der Bundesrepublik Deutschland, cit. Google Scholar

17. Le differenze fra questi due tipi di ruolo sono soprattutto relative alla carriera e alla retribuzione; ma anche ai diritti, non potendo, ad esempio, i docenti di ruolo inferiore entrare a far parte dei consigli di molte facoltà e delle commissioni che conferiscono la Habilitation (la libera docenza).Google Scholar

18. E probabilmente ha toccato un tetto che difficilmente potrà essere superato nei prossimi anni. Anche perché le scienze sociali, e la scienza politica in particolare, sono guardate ora con sospetto dalle autorità, dopo la spinta del 1968–70. Già rincremento che si nota fra il 1974 e il 1975 dipende dal fatto che nelle liste dell'associazione, nostra fonte, sono stati inseriti in quest'ultimo anno i docenti di tre istituti non propriamente universitari, anche se i loro docenti sono parificati agli altri: il Zentralinstitut für sozialwissenschaftliche Forschung di Berlino, la Hochschule der Bundeswehr di Amburgo e la Hochschule für Verwaltungswissenschaft di Spira.Google Scholar

19. Il par. 3 dell'ultima versione dello statuto suona infatti: «Può diventare membro dell'Associazione chi nell'insegnamento, nella ricerca, nella pubblicistica o altrimenti nella vita pubblica opera in favore della scienza politica». Ricordiamo che l'Associazione (in sigla DVfPW) prima di eleggere nel 1964 la sua attuale sede di Amburgo, l'aveva avuta, dopo che a Berlino Ovest, per qualche anno anche a Heidelberg.Google Scholar

20. Per un elenco, solo in parte superato, e un'interessante analisi di queste collane piú strettamente accademiche, cfr. Stammen, T., Die Politikwissenschaft zwischen Improvisation und Konsolidierung , in «Hochland», LX (1967–68), p. 441.Google Scholar

21. Oberndòrfer, D. (a cura di), Wissenschaftliche Politik. Eine Einführung, cit., alla nota 3.Google Scholar

22. Hättich, M., Lehrbuch der Politikwissenschaft, 3 voll., Mainz, von Hase, & Koehler, , 1967–1972. Dello stesso autore si veda Grundbegriffe der Politikwissenschaft, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1969.Google Scholar

23. von der Gablentz, O., Einfübrung in die Politische Wissenschaft, Köln und Opladen, Westdeutscher Verlag, 1965.Google Scholar

24. Dal 1967 a tutt'oggi ne sono uscite almeno una dozzina. Le elenchiamo in questa nota in ordine di data della rispettiva prima edizione. Nel testo le abbiamo raggruppate per qualità e indirizzo ispiratore. Esse sono: Lehmbruch, G., Einfübrung in die Politikwissenschaft, in collaborazione con Naschold, F. e Seibt, P., Stuttgart, Kohlhammer, 1967; Abendroth, W. e Lenk, K. (a cura di), Einführung in die Politikwissenschaft, München, Franke, 1968; Kress, G. e Senghaas, D. (a cura di), Politikwissenschaft. Eine Einfübrung in ihre Probleme, Frankfurt a.M., Europäische Verlagsanstalt, 1969; Roloff, E. A., Was ist und wie studiert mon Politikwissenschaft, Mainz, von Hase & Koehler, 1969; Naßmacher, K. H., Politikwissenschaft I. Politische Systeme und Politische Soziologie, Düsseldorf, Werner, 1970; Naschold, F., Politische Wissenschaft, Freiburg-München, Karl Alber, 1970; Gòrlitz, A., Politikwissenschaftliche Propädeutik, Reinbeck, Rowohlt Taschenbuch, 1972; Noack, P., Was ist Politik? Eine Einführung in ihre Wissenschaft, München, Knaur, 1973; von Alemann, U. e Forndran, E., Methodik der Politikwissenschaft. Eine Einführung in Arbeitstechnik und Forschungspraxis, Stuttgart, Kohlhammer, 1974; Lenk, K., Politische Wissenschaft. Ein Grundriss, Stuttgart, Kohlhammer, 1975; Schlangen, W., Theorie der Politik, Einfübrung in Geschichte und Grundprobleme der Politikwissenschaft, Stuttgart, Kohlhammer, 1975.Google Scholar

25. I dizionari che ricordiamo nel testo sono: Fraenkel, E. e Bracher, K. D. (a cura di), Staat und Politik, Frankfurt a.M., Fischer Taschenbuch, 1952 e 197529 ; Fraenkel, F. e Bracher, K. D. (a cura di), Internationale Beziehungen, Frankfurt a.M., Fischer Taschenbuch, 1969; Theimer, W., Lexikon der Politik, Politische Begriffe, Systeme, Gedanken und Probleme aller Länder, München, Franke, 1967; Frank, H., Wörterbuch der Politik, München, Heyne, 1970; Drechsler, H., Hilligen, W. e Neumann, F. (a cura di), Gesellschaft und Staat, Lexikon der Politik, Baden-Baden, Signal-Verlag, 1970; Görlitz, A. (a cura di), Handlexikon zur Politikwissenschaft, München, Ehrenwirth, 1970.Google Scholar

26. Sull'organizzazione degli studi, sui titoli conseguibili e sugli sbocchi professionali si può ancora utilmente consultare una guida per lo studente edita dall'Ufficio federale del lavoro, Raske, J., Politologe , «Blätter zur Berufskunde» 3, Bielefeld, Bertelsmann, 1971. Si veda anche D. Fitterling, Studieneinführung. Politische Wissenschaft, in «Aspekte», V (1972), pp. 15–19.Google Scholar

27. Sulla situazione in quegli anni, cfr. soprattutto Maier, H., Zur Lage der politischen Wissenschaft nach dem Zweiten Weltkrieg, cit. Google Scholar

28. Richiamandosi i titoli, almeno finora, alle facoltà, quelli conseguibili in scienza politica sono Dr. Phil. o, piú raramente, Dr. Jur. Il Dr. rer. pol. era rilasciato da qualche Wi-So-Fakultät e da una sola Philosophische Fakultät, quella di Friburgo. Il fatto che quasi tutti gli attuali docenti abbiano conseguito il Dr. Phil. indica chiaramente il tipo di formazione da essi ricevuto.Google Scholar

29. La ricerca da cui sono tratti questi dati è quella di Hartung, D., Nuthmann, R. e Winterhagen, W. D., Politologen im Beruf, Stuttgart, Klett, 1970. Gli autori hanno potuto raccogliere informazioni sulla quasi totalità degli interessati. Mentre nei primi quindici anni la quota dei diplomati per sessione d'esame era salita lentamente da 10 a 30, nel 1965–68 essa era salita a 50 (possiamo aggiungere che negli ultimi anni è arrivata a 100, sempre nel solo istituto berlinese). In particolare, i diplomati occupati nelle pubbliche amministrazioni rappresentavano il 20,6% del totale, ma la percentuale è andata diminuendo col passare degli anni, rimanendo quasi intatto in questo settore, nonostante i numerosi tentativi e qualche successo di modificare le norme di accesso e i programmi d'esame, il monopolio dei giuristi. L'11,4% lavorava nei mass-media, soltanto il 7% nei sindacati operai e nelle associazioni degli imprenditori e appena il 3% nei partiti. Il 19,7% lavorava all'università, e fra questi una buona metà aveva conseguito anche il dottorato (si noti che un buon 20% degli intervistati stava ancora studiando: il diploma è ormai diventato un gradino della carriera accademica). Il 4,7% era nella scuola, il 5% in istituti di ricerca e 1,11% nel settore dell'educazione degli adulti (quest'ultimo ha strutture e funzioni molto estese nella RFT e meriterebbe un discorso a parte; poiché la Politische Bildung è prevista fra le materie principali, le varie istituzioni — dalle università popolari alle «accademie politiche», ai corsi organizzati da enti locali, sindacati polizia, esercito, chiese, grandi aziende — offrono occasioni d'impiego per i politologi, non solo come insegnanti, ma anche come organizzatori di cultura).Google Scholar

30. von Beyme, K., Politologie als Beruf, relazione tenuta al Congresso dell'Associazione tedesca di scienza politica tenutosi a Mannheim nel 1971 (ottobre), ciclostilato.Google Scholar

31. Non è il caso nemmeno di accennare qui a questo ampio dibattito, scientifico e politico, né alla vasta letteratura, di tutti i livelli, che esiste su uno dei problemi centrali, la Politische Bildung, appunto. È importante però ricordare che i politologi ne sono una delle parti piú presenti e piú vivaci. Ad esempio, il problema dell'insegnamento nelle scuole fa parte ormai di quelli costantemente affrontati dalla loro associazione. Si veda, fra le altre, la relazione tenuta da Hermann von Hartwich, uno degli specialisti in materia, al congresso di Mannheim (1971), relazione pubblicata in forma ampliata e corretta su «Gegenwartskunde», XXI (1972), pp. 315, con il titolo Perspektiven des Fachs «Sozialkunde» im Rahmen der Bildungsreform. Da un gruppo di lavoro istituito durante il congresso di Amburgo (1973) sono invece usciti gli studi sulla formazione degli insegnanti e sull'insegnamento politico nelle scuole, pubblicati ora in Winkler, H. J. (a cura di), Politikwissenschaft als Erziehungswissenschaft?, Opladen, Westdeutscher Verlag, 1974.Google Scholar