I1 concubinatus deve essere nettamente distinto dal matrimonio e dal contubernium. I contubernales non avevano conubium a causa del loro status (almeno uno dei componenti la coppia era schiavo); nel concubinatus non c'era affectio maritalis, e poichè l'intenzione di sposarsi era il fattore principale nel determinare se il matrimonio esistesse o meno, la relazione legale fra due coabitanti poteva essere non sempre chiara agli occhi dei terzi. Il concubinatus era una relazione extra-legale, ma stabile ed abbastanza accettata da essere discussa dai giuristi e commemorata su iscrizioni tombali. Dopo avere esaminato le iscrizioni di Roma (che confermano le conclusioni di Rawson) e di altre città italiane pubblicate nel CIL, e le indicazioni offerte dai giuristi sullo status sociale delle concubinae, l'articolo giunge alla conclusione che, come le fonti letterarie ci fanno supporre, le concubine erano probabilmente inferiori ai loro partners, socialmente e forse anche economicamente. Quelle ricordate sulle iscrizioni sono raramente libertae dei loro conviventi, anche se i giuristi sembrano accettare che un uomo abbia per concubina la sua stessa liberta. Lo status di liberti o forse di cittadini è comune per ambedue i concubini. Donne ingenuae però, se pure potevano essere legalmente concubine, sono raramente attestate come tali nelle iscrizioni. L'evidenza che ci proviene dai giuristi e dagli epitaffi, anche se né gli uni nè gli altri danno un quadro completo della società, suggerisce che il concubinatus, se pure legale ed accettato, non era statisticamente tanto significativo quanto le fonti letterarie potrebbero farci credere. Si sostiene inoltre che non era previsto che un uomo avesse una moglie ed una concubina contemporaneamente.