Source: Opere postume del Sig. Ab. Pietro Metastasio, ed. Abate Conte d’Ayala, 3 vols. (Vienna: Alberti, 1795), vol. 3, 351–60.

TESTAMENTO

da me scritto, e sottoscritto di propria mano il dì 29 luglio 1765; e sottoscritto estoriormente di nuovo alla presenza del Pubblico Notajo, e dei Testimonj il dì 5 agosto dell’anno medesimo.

IN NOMINE DOMINI AMEN.

Ritrovandomi io Pietro Trapassi Metastasio romano, per la misericordia divina, sano di corpo, e di mente, in considerazione dell’incerto termine di nostra vita, ò disteso di propria mano il presente mio testamento, il quale non potendo per avventura valere, come testamento solennemente scritto, voglio ad ogni modo che vaglia, ed abbia vigore, come noncupativo Codicillo, Legato, Donazione per causa di morte, come qualunque altra men solenne ultima volontà, e così dopo matura meditazione risolutamente determinato testo, lego, dispongo, ed ordino come segue.

Primo: Voglio che il mio corpo divenuto cadavere, sia sepolto nella chiesa parocchiale di san Michele con la minor pompa, e nella più modesta forma che sia possibile.

Secondo: Ordino che si facciano celebrare nella chiesa medesima due cento messe in suffragio dell’anima mia.

Terzo: Lascio per elemosina alla cassa comune de’ poveri di questa città, all’ospedale di san Marco, al Klagbaum, alla gran cassa de’ poveri fuori della porta del Schotten, all’ospedale civico, a quello degli orfani vicino a san Marco, ed a quello, detto degli Spagnuoli, dieci fiorini viennesi per ciascheduno dei suddetti luoghi pii da pagarsi loro una volta sola dal mio infrascritto erede.

Quarto: Lascio ai due servitori, alle due serve, ed al cocchiere, che si troveranno in attual servizio appresso di me nel tempo della mia morte, cento fiorini viennesi per ciascheduno (dico fiorini 100) da pagarsi loro una sol volta, come sopra, dal mio infrascritto erede.

Quinto: Lascio, e lego all’avvocato Leopoldo Trapassi Metastasio mio amabilissimo fratello l’annuo assegnamento di scudi cinquecento romani, da paoli dieci per scudo (dico scudi 500) da pagarsegli ogn’ anno, finch’egli viva, per mezzo di pubblico banchiere, tre mesi per tre mesi anticipatamente, cioè scudi cento e venticinque (dico scudi 125) ogni primo giorno di ciaschedun trimestre, o sia quartale da decorrere.