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CONSENSO E OPPOSIZIONE: UNA TIPOLOGIA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

I ruoli svolti dalle opposizioni all'interno di una società sono definiti dalle « aspettative » di coloro con cui i gruppi di opposizione interagiscono. Le aspettative della cittadinanza si traducono direttamente in una serie di condizioni di confine che stabiliscono quali forme di comportamento vengano apertamente tollerate nelle attività politiche. Le attività di opposizione vengono perciò giudicate sulla base delle norme consensuali presenti in una società, e gli effetti di stili differenti di comportamento dell'opposizione dipenderanno chiaramente dalla reazione pubblica nei loro confronti. È chiara l'importanza del rapporto tra consenso e opposizione per comprendere singolarmente entrambi i fenomeni dal momento che le norme ed i valori sociali prevalenti sono essenziali agli effetti dello stile del dissenso all'interno di una società. Da molto tempo è stata riconosciuta l'importanza di entrambi i fenomeni nelle analisi del decision-making, dell'integrazione sociale, dello sviluppo politico e del conflitto politico, ma la loro importanza ha ricevuto un nuovo rilievo dallo sviluppo di gruppi di opposizione di massa che perseguono la contestazione politica nella forma della politica di scontro frontale.

Type
Saggi
Copyright
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References

1. Forse la tesi piú nota sulla relazione tra norme sociali e comportamento di gruppo è quella di Truman, David B. in The Governmental Process: Political Interests and Public Opinion , New York, Alfred A. Knopf, 1963, p. 159 e passim. Un esame di alcuni possibili schemi analitici si trova in Kluckhohn, Clyde, et al., Values and Value-Orientations in the Theory of Action: An Exploration in Definition and Classification , in Parsons, T. e Shils, E. A. (eds.), Towards a General Theory of Action, New York, Harper and Row, 1962, pp. 389433.Google Scholar

2. Nella sezione III, una volta che sarà stata appienamente sviluppata la tipologia delle opposizioni, si farà uso del concetto di «contestazione politica», diverso da quello di «opposizione», quale è stato sviluppato da Lavau, Georges, La contestation politique , VIII Congresso I.P.S.A., München, 1970 (mimeo). Per il momento si considereranno le opposizioni come gruppi che si oppongono oppure contestano, due stili indipendenti di comportamento: il primo all'interno delle norme consolidate, il secondo in contestazione delle norme stesse. L'oggetto centrale di questa analisi è il ruolo delle opposizioni, secondo la definizione di Robert A. Dahl nella introduzione al volume da lui curato, Political Oppositions in Western Democracies, New Haven, Yale University Press, 1966, p. XVI. Si veda pure Leonard Shapiro, Foreword, in «Government and Opposition», I (1965), pp. 1–6, sul significato della relazione tra governo — da considerarsi qui come difensore del consenso — e opposizione.Google Scholar

3. L'analisi migliore di questa relazione è quella di Carl Friedrich, J. in Man and His Government: An Empirical Theory of Politics , New York, McGraw-Hill, 1963, pp. 335349. L'uso del concetto di «feedback» permette a Karl W. Deutsch di individuare il corretto effetto equilibratore in questo processo, The Nerves of Government: Models of Political Communication and Control, New York, Free Press, 1963, pp. 182–199. Sugli effetti dei conflitti sulla formazione dei vincoli associativi, si veda anche Lewis A. Coser, The Functions of Social Conflict, New York, Free Press, 1956, pp. 139–149; (trad. it. Le funzioni del conflitto sociale, Milano, Feltrinelli, 1967), sebbene la sua analisi individui le minacce esterne come la forza piú favorevole al mantenimento di questi vincoli.Google Scholar

4. McClosky, Herbert, Consensus and Ideology in American Politics , in «American Political Science Review», LVIII (1964), pp. 361382, e Sigel, Roberta, Assumptions about the Learning of Political Values, in «Annals of the American Academy of Political and Social Science», 361 (1965), pp. 1–9.Google Scholar

5. Prothro, James W. e Grigg, Charles M., Fundamental Principles of Democracy: Bases of Agreement and Disagreement , in «Journal of Politics», XXII (1960), pp. 276294.Google Scholar

6. Per un compendio delle ricerche che hanno seguito l'opera classica di Hyman, Herbert H., Political Socialization: A Study in the Psychology of Political Behavior , New York, Free Press, 1959, si veda Dawson, Richard E. e Prewitt, Kenneth, Political Socialization: An Analytic Study, Boston, Little, Brown and Co., 1969. I rapporti teoretici fra socializzazione e norme sono esaminati da Dahl, Robert A., A Preface to Democratic Theory, Chicago, University of Chicago Press, 1956, pp. 75–81.Google Scholar

7. Becker, Howard S., et al., Boys in White: Student Culture in Medical School , Chicago, University of Chicago Press, 1961, pp. 419431, e Golembiewski, Robert T., Behavior and Organization: O. & M. and the Small Group, Chicago, Rand McNally, 1962, pp. 120–122, ne offrono esempi.Google Scholar

8. L'argomentazione teoretica di Bertrand de Jouvenel, The Pure Theory of Politics , New Haven, Yale University Press, 1964, pp. 204213, pone in luce la necessità di un compromesso piuttosto che di una soluzione, e riflette conclusioni evidenti tratte da studi quali quello di Joel J. Schwartz e William R. Keech, Group Influence and the Policy Process in the Soviet Union, in «American Political Science Review», LXII (1968), pp. 840–851. Lauro Martines, Political Conflict in the Italian City-States, in «Government and Opposition», III (1968), pp. 69–91, pone in luce le conseguenze della violenza tra opposti contendenti incapaci di raggiungere un compromesso.Google Scholar

9. Schumpeter, Joseph A., Capitalism, Socialism and Democracy , 3a ed., New York, Harper and Row, 1950, pp. 290296 (trad. it. Capitalismo, socialismo, democrazia, 3a ed., Milano, Etas Kompass, 1968), fornisce un caso normativo sostenuto da argomentazioni simili a quelle presentate nei modelli razionali di scelta costituzionale proposti da James M. Buchanan e Gordon Tullock in The Calculus of Consent: Logical Foundations of Constitutional Democracy, Ann Arbor, University of Michigan Press, 1962, pp. 201–231.Google Scholar

10. Chiaramente non tutti i giochi politici sono a somma zero, ma possono apparire tali ad una opposizione. Il ventesimo secolo segna l'inizio di un nuovo potenziale dell'opposizione di dar vita ad un nuovo gioco. Si veda Otto Kirchheimer, Confining Conditions and Revolutionary Breakthroughs , in «American Political Science Review», LIX (1965), pp. 964974.Google Scholar

11. Friedrich, Si veda, op. cit. , pp. 159179, e Dahl, Robert A., Modern Political Analysis , Englewood Cliffs, N. J., Prentice-Hall, 1963, trad. it. Introduzione alla scienza politica, Bologna, Il Mulino, 19702, pp. 111–140.Google Scholar

12. Bertrand de Jouvenel pone in evidenza la relazione tra il successo nel Commonwealth Britannico e la limitazione delle controversie politiche da una parte e il corrispondente sostegno dato a procedure consacrate ed a regole del gioco largamente diffuse dall'altra, L'art de la conjecture , Monaco, Editions du Rocher, 1964, pp. 304 sgg. (trad. it. L'arte della congettura, Firenze, Vallecchi, 1967, pp. 317 sgg.).Google Scholar

13. Shils, Edward, Opposition in the New States of Asia and Africa , in «Government and Opposition», I (1966), pp. 177182.Google Scholar

14. Lenin ne rimane l'architetto principale per le culture occidental. L'uso di una critica complessiva di tutti gli aspetti dell'esistenza sociale (Che fare?) rappresenta una articolazione sistematica dello stile politico della «Nuova sinistra».Google Scholar

15. Va osservato che l'espressione «interessi significativi» è definita in base alla capacità di un interesse qualsiasi di organizzarsi in un gruppo politico legittimo o illegittimo. Un interesse può non organizzarsi finché non si è reso conto delle sue continue sconfitte.Google Scholar

16. Sulla articolazione degli interessi e sul pluralismo cfr. Wiatr, J. J., Elements of Pluralism in the Polish Political System , in «Polish Sociological Bulletin», XIII (1966), pp. 1926, e Dahl, Robert A., Who Governs? Democracy and Power in an American City, New Haven, Yale University Press, 1961, l'ultima parte. Nisbet, Robert A., Social Change and History: Aspects of the Western Theory of Development, London, Oxford University Press, 1969, pp. 291–292, fa riferimento su questo punto a Emile Durkheim, sottolineando la natura correttiva dello sviluppo diversa da una definizione di progresso in termini normativi.Google Scholar

17. Ciò trova anche degli esempi in sistemi non-democratici: Lodge, Milton, Soviet Elite Participatory Attitudes in the Post-Stalin Era , in «American Political Science Review», LXII (1968), pp. 827839. Si veda pure il suo Groupism in the Post-Stalin Period, in «Midwest Journal of Political Science», XII (1968), pp. 330–351.Google Scholar

18. Le credenze della massa rappresentano, indubbiamente, una sfida costante al delicato equilibrio consensuale, poiché la tendenza piú conservatrice di essa non deve rimanere troppo distante dai compromessi sociali in continua evoluzione. Charles S. Hyneman afferma che la tolleranza per la diversità di obiettivi è piú facile quando l'eterogeneità è minore, Conflict, Toleration and Agreement: Persisting Challenge for a Democratic Government , in «University of Illinois Bulletin», LIX (1962), pp. 45.Google Scholar

19. Il rapporto fra il sostegno e l'attaccamento ai simboli, tratteggiato teoreticamente da Easton, David in A Systems Analysis of Political Life , New York, Wiley, 1965, passim, riceve un certo sostegno empirico da Gabriel A. Almond e Sidney Verba, The Civic Culture: Political Attitudes and Democracy in Five Nations, Princeton, Princeton University Press, 1963, pp. 473–505.Google Scholar

20. Per una analisi di questo rapporto nella teoria politica tradizionale, vedi Graham, George J. Jr., Rousseau's Concept of Consensus , in «Political Science Quarterly», LXXXV (1970), pp. 8098.Google Scholar

21. de Jouvenel, B., De la souveraineté: A la recherche du bien politique , Paris, Librairie de Médicis, 1955, pp. 151 sgg. Alle pp. 333–334 l'autore ricollega la fiducia al problema delle aspettative reciproche, nostro originario punto di partenza.Google Scholar

22. Almond, e Verba, , op. cit. , pp. 266273.Google Scholar

23. I simboli hanno la stessa funzione delle «limiting questions» esaminate da Toulmin, Stephen E., An Examination of the Place of Reason in Ethics , Cambridge, Cambridge University Press, 1960, specialmente la parte IV, che stabilisce i limiti entro i quali il discorso etico può avere significato. Si veda pure Moritz Schlick, Problems of Ethics, trad. ingl. David Rynin, New York, Dover Publications, 1962, pp. 31–34. Sulla funzione delle norme nell'organizzazione sociale, vedi Robert Presthus, The Organizational Society: An Analysis and A Theory, New York, Random House, 1962.Google Scholar

24. Easton, , op. cit. , pp. 190211.Google Scholar

25. Qualsiasi sforzo di rendere operativo il sistema dei simboli del consenso, oppure ciascuno di questi tre sotto-sistemi, selezionerà naturalmente, ad ogni livello, soltanto un campione dell'universo dei simboli.Google Scholar

26. La reazione complessiva fra i membri della società può essere una combinazione di intensa approvazione su quella particolare dimensione, di intensa disapprovazione su quella particolare dimensione, e di varie reazioni miste.Google Scholar

27. Per esempio, il conseguimento della «eguaglianza giuridica» attraverso la riforma delle leggi riguardanti il voto, i trasporti pubblici e le abitazioni indussero molti sostenitori negli Stati del nord a rivalutare le attività per i diritti civili che esigevano una politica degli alloggi e una integrazione de facto. Google Scholar

28. Sondaggi d'opinione sembrano la strada migliore verso l'operazionalizzazione poiché le opposizioni tipizzate devono essere valutate sia a livello di consenso complessivo che su ogni dimensione. Valutazioni meno precise dei tipi sono possibili attraverso la valutazione di quanto l'informazione disponibile circa l'opposizione e la contestazione dei gruppi rientri nella tipologia. Sulle difficoltà che comporta la misurazione del consenso sui programmi politici, si veda Czudnowski, Moshe M., A Salience Dimension of Politics for the Study of Political Culture , in «American Political Science Review», LXII (1968), pp. 878888.Google Scholar

29. Va osservato che le attività di un gruppo, percepite come al di fuori della approvazione consensuale anche rispetto a due dimensioni, come l'Opposizione di Coscienza (Tipo D), possono essere invece considerate legittime poiché fanno appello ad obiettivi largamente condivisi nella società. Invero, forti dell'approvazione pubblica, dimostrazioni di massa e scontri potrebbero diventare istituzioni legittime di opposizione come è accaduto in alcune situazioni latino-americane.Google Scholar

30. Sebbene differisca sul significato del termine «contestazione», la tipologia a tre voci di Giovanni Sartori è simile: «i) una opposizione costituzionale responsabile, ii) una opposizione costituzionale non responsabile (che va dalla semi-responsabilità alla completa irresponsabilità), iii) una opposizione che non è né responsabile né costituzionale, e che potrebbe anche essere esaminata sotto il termine “contestazione”, inteso come termine piú ampio e meno specifico di opposizione», Opposition and Control: Problems and Prospects , in «Government and Opposition» I (1966), p. 153.Google Scholar

31. La maggior parte delle definizioni dei partiti politici e dei gruppi di interesse si adattano a queste definizioni. Per qualche esempio, si veda Scarrow, Howard A., The Functions of Political Parties: A Critique of the Literature and the Approach , in «Journal of Politics», XXIX (1967), pp. 770790.Google Scholar

32. Rasmussen, Jorgen S., Party Discipline in War-Time: The Downfall of the Chamberlain Government , in «Journal of Politics», XXXII (1970), pp. 379406.Google Scholar

33. Bertrand de Jouvenel pone in luce come l'opposizione a queste azioni richiedesse certamente di piú che non soltanto l'ascolto prestato al partito d'opposizione, in The Means of Contestation , in «Government and Opposition», I (1966), p. 157.Google Scholar

34. Downs, Anthony, An Economic Theory of Democracy , New York, Harper and Row, 1957, pp. 5556 esamina le strategie «razionali» nelle attività dei partiti di opposizione.Google Scholar

35. L'estendersi del modello conflittuale riceve un'ampia trattazione in Schattschneider, Elmer E., The Semi-Sovereign People: A Realist's View of Democracy in America , New York, Holt, Rinehart and Winston, 1960, pp. 119 e passim e viene presentato in termini delle interazioni élite-pubblico in Dahl, Who Governs? Democracy and Power in an American City, cit., pp. 271–325. Il mutamento di indirizzo nelle basi ideologiche trova esempio nella campagna di Goldwater del 1964 (conservatrice), in quelle di Robert Kennedy e McCarthy (progressiste) e in quella di Wallace del 1968 (conservatrice populista). Ulteriori esempi sono dati da partiti nuovi o risorti come il Partito laburista inglese, l'M.R.P. in Francia e la C.D.U. in Germania.Google Scholar

36. Cfr.: «La caratteristica essenziale della “contestazione”… è data dal fatto che essa si spinge oltre il quadro del sotto-sistema politico attaccando non solo il suo ordine normativo ma anche i modelli culturali generali (il sistema culturale) che assicurano la legittimità, nelle sue basi profonde, del sotto-sistema politico», Lavau, , op. cit., p. 7. Il concetto di contestazione usato qui è leggermente piú ampio dal momento che alcuni gruppi di contestazione cercano semplicemente di riportare le norme del sistema politico all'interpretazione che il gruppo ha delle norme generali.Google Scholar

37. Langton, Kenneth P. e Karns, David A., Influence of Different Agencies in Political Socialization , New York, Oxford University Press, 1969, pp. 140160, e Milbrath, Lester W., Political Participation: How and Why Do People Get Involved in Politics, Chicago, Rand McNally, 1965, specialmente pp. 142–154.Google Scholar

38. Questi tentativi di collegamento sono tipici dei gruppi di contestazione, specialmente studenteschi, interessati piú a miglioramenti del benessere generale che a risposte a domande di rilievo specifiche. Si veda Kahn, T., The Problem of the New Left , in «Commentary», XLII (1966), pp. 3038.Google Scholar

39. Cantril, Hadley, The Politics of Despair , New York, Basic Books, 1958; Kornhauser, William, Social Basis of Political Commitment: a Study of Liberals and Radicals , in Rose, A. (ed.), Human Behavior and Social Processes: An Interaction Approach, Boston, Houghton Mifflin, 1962, pp. 321329, e Keniston, Kenneth, Young Radicals: Notes on Committed Youth, New York, Harcourt, Brace and World, 1968, offrono degli esempi da seguire se si vuole raggiungere una piena comprensione di questo settore.Google Scholar

40. Il fondamento di questo appello si basa su una unica causa per la difficoltà spiegata per la prima volta da Myrdal, Gunnar, The American Dilemma , 2 voll., New York, McGraw Hill, 1964.Google Scholar

41. Si veda Erikson, Erik H., Gandhi's Truth: On The Origins of Militant Non-violence , New York, W.W. Norton, 1969.Google Scholar

42. Keniston, , op. cit. , pp. 112117.Google Scholar

43. Il significato di «Movimento», distinto da quello di organizzazione, è ben sviluppato da Keniston, , op. cit. , pp. 154173. Si veda pure Lavau, op. cit., p. 9.Google Scholar

44. La reazione contro ogni organizzazione formale rende difficile immaginare quale forma specifica di norme ideologiche e costituzionali sarà sostenuta. Herbert Marcuse e altri ispiratori intellettuali del movimento possono offrire le fondamenta, per un consenso che abbia significato, nella libertà del soggetto, nella creatività e nell'attività spontanea, ma queste norme sembrano fatte piuttosto per portare ad una forma di nichilismo e sono difficili da fare assorbire al mercato in dosi di massa.Google Scholar

45. È soltanto applicando la nozione di gruppo potenziale (Truman, , op. cit. , pp. 510516) in uno sforzo di ricerca dei bisogni sociali che un governo può sperare di equilibrare gli interessi complessivi. Cfr. Dahl, Epilogue, in Political Oppositions, cit., p. 387. Google Scholar