Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Mutamenti fondamentali nella configurazione delle più importanti istituzioni politiche di un dato regime sono eventi rari. Di certo, tali mutamenti non hanno le stesse origini, non seguono percorsi simili e non producono identici risultati. E ciò si deve, se non altro, al gran numero dei fattori coinvolti oltre che alla complessità della loro successione temporale. Ne deriva che tali transizioni di regime non possono essere analizzate con i metodi induttivi delle scienze sociali probabilistiche. Né possono essere spiegate facendo ricorso ai principi deduttivi della teoria razionale delle scelte sociali.
1 In un precedente saggio ho sottolineato l'affinità tra l'attuale contesto e quello in cui Machiavelli analizzava la transizione dal Principato alla Repubblica, : Speculations about the Prospective Demise of Authoritarian Regimes and its Possible Consequences , Working Paper Nr. 60, The Wilson Center, Washington, D.C., 1980.Google Scholar
2 Petroleum and Political Pacts: The Transition to Democracy in Venezuela , Working Paper Nr. 107, The Wilson Center, Latin American Program, Washington D.C., 1982.Google Scholar
3 I testi di questi pactos — di Benidorm, (1956), del «Frente Civico», (1957), e di Sitges, (1957) — si possono rintracciare in Carrizosa, Camilo Vazquez-Cobo, El Frente Nacional, Carvajas, e nel volume di Cardenas Garcia, J., El Frente Nacional y los Partidos Politicos, Imprenta Departamental, 1958. Per maggiori ragguagli vedi Wilde, A., La Quiebra de la Democracia en Colombia, Ediciones Tercer Mundo, 1982 e Dix, R.H., Colombia: The Political Dimensions of Change, Yale University Press, 1967.Google Scholar
4 Il saggio preparato per il Working Group da José Maria Maravall e Julian Santamaria sottolinea l'importanza di questi pactos nel caso della transizione spagnola pur collocandoli in un più ampio contesto di mutamenti elettorali, attitudinali e istituzionali.Google Scholar
5 Cfr. Changes in the Structure of Political Compromise , in Burin, F.S. e Shell, K.L. (a cura di), Politics, Law and Social Change. Selected Essays of Otto Kirchheimer , New York, Columbia University Press, 1969, pp. 131–159. Sono grato a Gianfranco Pasquino per aver richiamato la mia attenzione sulla rilevanza dell'opera di Kirchheimer.Google Scholar
6 Vedi Rustow, Dankwart, Transitions to Democracy: Towards a Dynamic Model , in «Comparative Politics», II (1970), pp. 337–363.Google Scholar
7 Sia detto per inciso: il modello gramsciano rovescia la successione di tali momenti in quanto postula che il proletariato prima si formi una coscienza di classe nella sfera della produzione, successivamente lotti come entità collettiva nella arena pubblica e da ultimo passi alla presa violenta del potere.Google Scholar
8 Questo può voler dire concedere ai «falchi» una notevole quantità dei benefici concreti e simbolici che il regime è in condizioni di offrire; il problema strategico è quello di tenerli lontano da posizioni da cui potrebbero fermare con il loro veto — o rovesciare — il processo che si è voluto attivare.Google Scholar
9 Nella sua più recente analisi dell'approccio consociativo, A. Lipjhart ha compreso paesi che non erano pluralisti dal punto di vista etnico o culturale (per esempio, la Colombia e l'Uruguay) e ha ammesso che, anche laddove regimi consociativi sono rimasti in vita per periodi di tempo relativamente lunghi (Paesi Bassi e Austria), è possibile che essi si evolvano verso altre forme di regime democratico. Cfr. Democracy in Plural Societies , New Haven, Yale University Press, 1977. Sul punto vedi anche Pappalardo, A., Le condizioni della democrazia consociativa. Una critica logica ed empirica, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», IX (1979), pp. 367–447.Google Scholar
10 Cfr. Kirchheimer, O., Confining Conditions and Revolutionary Breakthroughs , in Burin, F.S. e Shell, K.L., op. cit. , pp. 385–407.Google Scholar
11 Vedi The Rule of Capital and the Rise of Democracy , in «New Left Review», 103 (1977).Google Scholar
12 La letteratura sulle «elezioni critiche» è molto ampia, anche se limitata in gran parte agli Stati Uniti. Vedi Key, V.O., A Theory of Critical Elections , in «Journal of Politics», XVII (1955), pp. 3–18 per l'idea originale. Analisi più recenti sono dovute a Campbell, A., A Classification of Presidential Elections , in Campbell, A. et al., Elections and the Political Order, New York, Wiley, 1960, pp. 63–77; Pomper, G., Classification of Presidential Elections, in «Journal of Politics», XXIX (1967), pp. 535–566. Il più importante studio storico si deve a Burnham, W.D., Critical Elections and the Mainsprings of American Politics, New York, Norton, 1970. Per una analisi comparata vedi Chubb, G.M. et al., Partisan Realignment, London, Sage, 1980, spec. pp. 19–47.Google Scholar
13 Op. cit .Google Scholar
14 Per una analisi recente ed ampia dell'esperienza europea in materia di «contratti sociali» e dei loro effetti relativamente a politiche dei redditi, compensi fiscali, indicizzazioni, controllo dei prezzi, partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, contrattazione collettiva, vedi Flanagan, R.J., Soskice, D.W. e Ulman, L., Unionism, Economic Stabilization and Income Policies , Washington, D.C., The Brookings Institution, 1983.Google Scholar
15 Sul punto vedi Offe, C. e Wiesenthal, H., Two Logics of Collective Action: Theoretical Notes on Social Class and Organizational Form , in Zeitlin, M. (a cura di), Political Power and Social Theory , Jai Press Inc., vol. 1, 1980, pp. 67–115.Google Scholar
16 Questo argomento è analizzato in maniera brillante in Przeworski, A., Rational Bases of Consent: Politics and Economics in a Hegemonic System , in Zeitlin, M., Political Power and Social Theory, cit., pp. 23–68; e Prezeworski, A. e Wallerstein, M., The Structure of Class Conflict in Democratic Capitalist Societies, in «American Political Science Review», LXXVI (1982), pp. 215–238.CrossRefGoogle Scholar
17 Per una trattazione più completa di questi argomenti rimando all'opera complessiva di cui questo saggio è una parte.Google Scholar