Published online by Cambridge University Press: 17 July 2018
A dispetto delle attese e dei pronostici di molti, non c'è stato pareggio. Il voto ha prodotto un vincente: la coalizione di centro-sinistra formata dai partiti dell'Ulivo e da Rifondazione Comunista. Nelle elezioni del '94 il risultato non era stato così chiaro. Allora, emerse un «Parlamento diviso»: i Poli di Berlusconi vinsero nettamente alla Camera, ma sfiorarono solo la maggioranza assoluta dei seggi al Senato. Anche questa volta si rileva una differenza significativa tra Camera e Senato: al Senato i partiti dell'Ulivo da soli hanno quasi la maggioranza assoluta dei seggi mentre alla Camera non possono in ogni caso prescindere dal sostegno di Rc. Si può dire però che il sistema elettorale ha funzionato. Nonostante le sue imperfezioni la componente maggioritaria è riuscita a trasformare una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seggi consentendo così la formazione di un governo come diretta emanazione del verdetto elettorale. Si è inoltre realizzata l'attesa alternanza. Una alternanza atipica, visto che il governo entrante non sostituisce il governo installato dopo le elezioni del '94, ma un governo (quasi) tecnico già sostenuto in Parlamento dalla maggior parte dei partiti che hanno vinto le elezioni e che ora sostengono il governo Prodi. Questo articolo tratta delle cause della vittoria del centro-sinistra. Prima di mettere mano alla spiegazione, facciamo il punto sui risultati delle ultime elezioni mettendoli a confronto con quelli delle precedenti.
Few observers expected that the 1996 elections would yield a clear-cut outcome. Even fewer people expected that, after the disastrous results of the previous elections, the center-left coalition would be able to gain a majority of seats in both branches of Parliament. Yet this is precisely what happened on April 21, 1996. This article tries to explain the comeback of the 1994 losers by focusing on three factors which have changed the electoral balance between the two major coalitions in the single-member districts: the coalitional re-equilibrium, the fragmentation of the center-right, the defections of the moderate voters in the plurality arena. The first factor refers to the ability of the center-left coalition (Ulivo-RC) to broaden its range while its major rival (the Polo) lost key allies. The result has been a more competitive stand of center-left candidates, particularly in the North. The second factor has to do with the lack of cohesion of the moderate forces. The Polo lost the support of the Lega Nord and suffered the split of the Movimento Sociale on its right. These defections, along with others, have caused the loss of a considerable number of seats. On top of this, the Polo suffered also from the defection of a considerable number of its voters who did vote for one of the parties of the center-right coalition in the proportional arena, but refused to vote for the Polo candidate in the single-member districts. The authors conclude by suggesting a number of hypotheses that could explain this phenomenon.